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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

Deterrenti per nullatenenti

descrizione: piccola (inutile) rubrica che si differenzia dalle rubriche "Elzevirista dicit" ed "Elzevirista videt" Il tasso di disoccupazione cresce. La crisi diventa mondiale, non più solo europea. Intanto, ti fai un giro per le agenzie interinali per mandare qualche curriculum. «Gentile signore lei è iscritto al nostro sito web?» mi dice la segretaria, mentre sono con curriculum alla mano, pronto a darglielo. Le rispondo: «veramente no!». «Ah ho capito» dice lei. Allora mi sono chiesto, "potevo farlo da casa"! invece andando in agenzia credevo di poter fare una buona impressione e/o magari compassione. Andare a cercare lavoro (?), per sentirsi dire: «si registri al sito, lei è un laureato! Il trattamento in agenzia è riservato ai soli diplomati!». Indignarsi ... come da solo, almeno con altri due o tre, e poi magari dopo l' indignazione ci andiamo a prendere qualcosa al bar, un aperitivo, un caffettino ... Ah gli italiani! Loro non s'i

Elzevirista dicit: «Si spegne Mr. Apple»

Ci sono imprenditori; ci sono artisti; ci sono miliardari; ci sono quelli che vivono di rendite; ci sono le rockstar e poi c'è: Steve Jobs. Non uno qualsiasi, ma un creativo che ha creduto strenuamente in ciò che pensava, sperimentava ed inventata. È stata la marcia in più per il cambiamento radicale del personal computer . Ha sancito il passaggio da pc all' i computers. i quella "i" che fa cultura, che dà vita ad un nuovo scenario e modo di concepire la tecnologia:  come se quella "i" stesse per "intimista", cioè, un nuovo tipo di tecnologia al limite del futuristico, design semplice, minimalista ed efficace. Il 5 Ottobre Steve Jobs ha lasciato il mondo. Quel mondo che lui reputava un pianeta bellissimo, e che è riuscito a cambiare(?), almeno ha rivoluzionato l'approccio con la tecnologia. Nell'1977 il primo personal computer destinato ad essere l'antenato di tutte le meraviglie venute dopo: macbook, ipad, ipod e iphone. Ad

Drive. Guido tranquillo, ma non fatemi arrabbiare

Drive . Semplice e secco, il titolo del nuovo film di Nicholas Winding Refn. Un nome poco conosciuto ai molti. Regista di nazionalità danese , che ha all'attivo quattro film importanti. Si presenta agli inizi con la trilogia Pusher. Film crudi i suoi, girati con videocamera a mano, violenti, quasi gore con sprazzi di iperviolenza. E questo lo si può notare in Bronson , e ancor di più in Valhalla Rising , film poco parlato, storia di vichinghi, in uno scenario selvaggio, nelle terre del nord, dove il passaggio dalla primitività dell'uomo alla civilizzazione è solo un miraggio. Nelle poche interviste rilasciate da Refn, si può leggere una sua dichiarazione: «fare cinema è un atto di violenza». Dobbiamo credergli? Drive può essere definito un pugno allo stomaco. Lascia sbigottiti per la sua originalità. Nei titoli di coda iniziali di colore fuxia, con un corsivo stile insegna caffé metropolitano, notiamo già la sua natura di noir metropolitano. Los Angeles di notte, l'a

"Alla mia Nazione", una Poesia di Pasolini, letta da Vittorio Gassman