Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2013

La Grande Bellezza

L’opera di Paolo Sorrentino inizia con una citazione, tratta da Viaggio al termine della notte di Louis Ferdinand Céline, la quale recita: « il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco, la sua forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato … ». La Grande Bellezza è piuttosto “una sorta di Dolce Vita”; per ammissione stessa del regista infatti questo è un film e la Dolce Vita un capolavoro. Dalla sua modestia traspare la verità sulla natura di questo film. Un esperimento proustiano sull’epilogo drammatico della vita che si ripercorre faticosamente tra noia e mondanità (dissacrazione del grottesco, proprio come dirà Jep Gambardella alias Toni Servillo: «volevo avere il potere di farle fallire …» riferendosi alle feste della Roma godereccia). I primi cinquanta minuti della pellicola sono un capolavoro visivo, in realtà tutto il film per come è girato, è una grazia per gli occhi, ma nella seconda parte sembra che la narrazione finis

Il Grande Gatsby

Alcuni ritengono che le belle storie facciano i film, altri che siano i grandi attori a farli. Baz Luhrmann ha preso sia una grande storia, tratta dall’omonimo romanzo di F. Scott Fitzgerald, e anche degli attori di tutto rispetto: Leonardo Di Caprio (Gatsby), Tobey Maguire (Nick Carrawey) e Carey Mulligan (Daisy). Un film pieno di malia, poiché sprigiona luce e colore, specie se visto in 3D. Un po’ come le feste di Gatsby nelle quali dominano fiumi di cocktails, ospiti stravaganti, balli iperbolici e sbornie carnevalesche; tutto negli anni ’20, precisamente nel decennio che precede la crisi del ’29. Proprio gli anni del proibizionismo, 1922, a New York. La meta delle grandi opportunità, della fusione delle culture, della musica jazz, ma nonostante ciò, la grandezza dello scrittore fa si che si viva il disagio/presagio che comincia a trasparire: New york è spaccata in due: i ricchi e i poveri. I primi fanno feste e i secondi lavorano. Da una parte l’upper class dell’alta borghesi

Effetti Collaterali

Quando compriamo un medicinale la prima cosa che facciamo, prima di assumerlo, è leggere il foglietto accluso alla confezione del farmaco, per capirne gli effetti collaterali. Gli effetti collaterali, però, ci sono anche nella vita di tutti giorni; le abitudini, le fissazioni talune volte possono degenerare, dando luogo così a situazioni spiacevoli. Soderbergh gira in una Manhattan dai colori smorti, con una fotografia che ha come soggetto elettroluminescenze metropolitane e che si sposa bene con la suspense hitchcockiana della sceneggiatura. La storia racconta proprio della malattia che affligge la gran parte delle popolazioni del XXI secolo, cioè la depressione; Martin (Channing Tatum) ed Emily (Rooney Mara) sono una coppia di successo. Sin quando uno psichiatra affermato (Jude Law) prescriverà proprio ad Emily, un medicinale (un calmante?) appena sponsorizzato che le darà effetti imprevisti. Dirla così è riduttivo perché nel meccanismo narrativo c’è un intreccio piacevole il