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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Transformers 4 - L'era dell'estinzione

Un dubbio ce l’ho ed è se Micheal Bay con Transformers 4 ─ L’era dell’estinzione abbia sperimentato in fatto d’inquadrature o se abbia girato semplicemente un polpettone ludico per bambini e bambinoni. Una cosa è certa: Bay ha fatto una barca di soldi, incasso totale 227.157.000 dollari (dall’ultima rilevazione di domenica 20 luglio). Chi ha visto i film di Bay, i precedenti Transformers, sa di trovare azione, esplosioni e inseguimenti in auto con conseguenti incidenti da sfasciacarrozze. Trama semplice: i robot buoni, gli Autobot, da una parte e quelli cattivi, i Decepticon, dall’altra. I primi vanno col “partito degli umani” i secondi invece vogliono l’estinzione di quest’ultimo. Poi di mezzo abbiamo Mark Wahlberg che fa l’inventore nel garage di casa, che pur di aiutare Optimus Prime, leader degli Autobot, dovrà pagare lo scotto di combattere per salvare la figlia e gli Stati Uniti d’America. Proprio gli USA sono i veri protagonisti, infatti la bandiera americana viene inquadrata

Resilienti come gli alberi

"Dont' try" diceva Bukowski. Non mi aspetto né ora né mai che questo spazio sia considerato d'opinione, d'informazione o di riflessione. Ognuno di noi legge, discerne e si fa un'opinione come e quando vuole. Tempo fa, ora non so quando perché non mi sono mai riletto, scrissi nel tempo perso un post, proprio su questo blog, nel quale parlai del decadimento del lògos. Senza essere ripetitivo, penso che siamo giunti oramai alla scomparsa della ragione. In questo preciso momento storico nel quale non c'è in pratica nulla di nuovo (se non iphone, tablet, televisori e pc ad altissima qualità) nel quale non c'è una conquista sociale e/o intellettuale, è difficile riuscire a muoversi, a fare, tanto meno a parlare, ancor più a scrivere. Funzioni, diciamocelo, di questi tempi, davvero inutili, per usare un brutto termine "bypassate". La crisi una volta divenuta economica agisce sulla psicologia delle persone, sullo stato psicofisico, divenen

Locke

È un film indipendente, a basso budget, però con un alto grado di tensione. Locke , del regista britannico Steven Knight (sceneggiatore di Piccoli Affari Sporchi e La Promessa dell'assassino ), ha pochi “effetti speciali”: la tensione e ovviamente l'interpretazione di Tom Hardy ( Il cavaliere oscuro-Il ritorno , Bronson ). Il film, girato con un solo attore, usa la logica di molte altre pellicole: Buried , Moon , In Linea con l'assassino , Gravity . Ivan Locke (Tom Hardy) è un ingegnere edile esperto in colate di calcestruzzo, che in ottantacinque minuti (durata reale del film) riesce a rovinare la sua vita. Gli eventi si sviscerano nelle innumerevoli chiamate che gli arrivano sul telefono bluetooth del suo SUV. Perché il film è girato interamente in un’auto, in viaggio da Birmingham a Londra. I picchi di tensione sono le conversazioni telefoniche le quali s’intrecciano e iniziano a cambiare il destino del personaggio. Un’opera minimalista che riesce a mantenere lo s