Passa ai contenuti principali

ABBIAMO PERSO LA FACCIA






Caro Enrico,

come direbbe il buon Vasco, si è persa un’altra occasione buona… l’ennesima, l’una dietro l’altra.Han perso un’occasione i rappresentanti della nostra sinistra, ma quasi dimenticavo, non so neanche se ne esistono più rappresentanti della sinistra, quella nostra. Era il 2002 e Nanni Moretti lo diceva, che con questi leaders, la sinistra non avrebbe vinto. Veltroni ha detto a Di Pietro di dissociarsi da quella piazza, di ritornare nell’opposizione ‘razionale, riformista e intellettuale’(www.youtube.com/watch?v=dOW7qRtXzKY), di scegliere fra la loro op-posizione moderata e lo starsene per conto suo. Insomma, in poche parole, di scegliere fra una non opposizione ed una opposizione. Fregandosene della piazza. Come fa un leader del più grande partito di centro sinistra italiano a dire che si dissocia dalla piazza?Berlinguer, dove sei?Han perso un’occasione anche però chi, in quella piazza, ci è andato a parlare. Premettendo che la satira è un termometro per misurare il livello di democrazia di un Paese, è doveroso constatare anche, che il terreno italiano, non è abbastanza fertile affinché questo avvenga. La mia critica quindi non è rivolta ai contenuti degli interventi dei vari Grillo, Travaglio, e della Guzzanti in particolare, ma alla mancanza di furbizia, per non dire di intelligenza, di questi. Lo si poteva certamente immaginare che usando il linguaggio della satira e uscendo dal binario del politically correct, la manifestazione sarebbe balzata agli allori della cronaca come la manifestazione in cui si è insultato il Papa e il Presidente.Lo so, è come se non stessimo a guardare la luna indicata dal dito, ma il dito stesso. Ossia, come si può negare il ruolo attivo che Napolitano ha avuto firmando queste leggi-canaglia? Su questo Grillo ha perfettamente ragione. Non si può negare che, però, la gente ormai non guarda più i vari Grillo e Guzzanti come dei comici, ma quasi come dei messia. È questo è un danno collaterale che doveva essere previsto ed evitato dagli stessi interessati.Grillo, e anche la Guzzanti, han raggiunto, da un lato, un livello che sfiora la divinizzazione, e da un altro lato, quello televisivo, hanno figure parecchio deboli (l’Italia purtroppo è una Repubblica fondata sulla Tv), e quindi facilmente attaccabili dai vari servi dell’informazione televisiva, come Fede, Vespa, Riotta, Giordano, Mentana.Sono caduti in trappola da soli. Han dato l’opportunità di non far passare il vero scopo, nobilissimo, della manifestazione, e i vari Fede etc, etc, non se la son fatta fuggire, così ghiotta come era, tra l'altro abilissimi come sono a 'maneggiare lo sterco'.Su quale canale di informazione siete venuti a conoscenza del contenuto degli interventi Di Pietro, di Colombo, di Flores e degli altri partecipanti alla manifestazione, passati ingiustamente in secondo piano? Io, stando lontano dall’Italia, non posso parlare riguardo i tg nazionali, ma ho provato a leggere qualcosa sui vari siti internet dei vari quotidiani italiani o di varie agenzie di stampa e ho trovato ben poco o, almeno, nulla di esauriente. Son stato costretto a ricorrere a youtube per vedere i vari interventi che si son seguiti sul palco di piazza Navona, ma immagino chi non ha a disposizione internet. Siamo il Paese europeo dove l’uso della rete è bassissimo, siamo solo davanti alla Russia.Ha perso un’occasione anche l’Italia intera, e non solo l’occasione , ma anche la faccia, e non solo la faccia, ma anche la memoria. A Strasburgo, ieri, il parlamento europeo ha bocciato la legge italiana discriminatoria contro i Rom, definendola ‘razzista’. Abbiam perso un’occasione nel dimostrarci popolo intelligente e coscienzioso; abbiam perso la memoria di ciò che sono stati i nostri nonni e bisnonni, cioè emigranti, e immigrati in altri Paesi; abbiam perso la faccia, davanti a questa bocciatura decisa a così larga maggioranza dal parlamento europeo, che ci ha detto: ‘razzisti’.Solo la faccia tosta, siam bravi a non perderla, mai.


ALESSANDRO

Commenti

Post popolari in questo blog

Mission: Impossible - The Final Reckoning. La recensione

La resa dei conti finale. Sono passati quasi trent'anni e questo formato thriller - spionaggio - azione resta sempre fresco e attuale. MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONING (2025) è l'ottavo film che completa e conclude (almeno per il momento) la saga. Nata come serie TV, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta; nella trasposizione cinematografica ha sempre mantenuto questo temperamento démodé con sprazzi di humour britannico. Sembra ieri quando, nel lontano 1996, Tom Cruise alias Ethan Hunt si cala con un cavo metallico in una camera blindata della CIA, deviando i raggi infrarossi, per prelevare una lista di agenti sotto copertura dal PC del Langley. Stiamo parlando di MISSION: IMPOSSIBLE (1996) regia di Brian De Palma. E cosa c'entra il primo capitolo con quest'ultimo? In  MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONING (2025), il regista Christopher Mcquarrie usa il primo capitolo come aggancio narrativo e stilistico, ritornando ad un genere d'azione vecchio sta...

Una battaglia dopo l'altra: quando la democrazia vacilla, gli idioti escono a galla

Paul Thomas Anderson ricrea un'innovativa trasposizione dei tempi affannosi che stiamo vivendo, rileggendo ancora il romanziere Thomas Pynchon dopo Vizio di Forma . Questa volta il regista losangelino s'ispira a  Vineland , romanzo ambientato in California (come questa pellicola) nell'anno della rielezione di Ronald Reagan. Anche se, diacronicamente, PTA inquadra i personaggi nel clima storico del trumpismo. È il decimo film del regista, che ha firmato capolavori come Il Petroliere, Il Filo Nascosto e Boogie Nights -L'altra Hollywood . Una Battaglia dopo l'altra (2025)  lo si potrebbe annoverare tra i sopracitati, ma con circospezione, perché la pellicola potrebbe essere letta (o male interpretata) da chi non abbia gli strumenti necessari per comprendere ciò che sta accadendo in America e, di riflesso, nel resto del mondo. La storia è semplice: Bob Ferguson (Leonardo Di Caprio)  è un "inconsapevole rivoluzionario" con velleità di scarso bombarolo. Facente ...

Taboo, la serie tv dark con Tom Hardy

È forse un pazzo? È forse uno stregone? È lui o non è lui? Chi è James Delaney (Tom Hardy)? Nessuno sa chi sia. Alcuni lo danno per morto, altri per disperso. Una leggenda.