Passa ai contenuti principali

SCUOLA: SCELTE SBAGLIATE E DIVISIONI INSENSATE

Mi sono chiesto in questi giorni cosa stia accadendo alla scuola italiana. Avevo già accennato del caso Gelmini del maestro unico, dicendo che la scelta anche se non sbagliata creava l'assorbimento di meno insegnanti nelle scuole italiane e quindi più disoccupazione.
I tagli anche, un altro problema; una scuola sempre con più difficoltà. Pochi laboratori, pochi teatri(anzi nessuno) e meno interessi legati ad altre materie, quali uno studio più accurato della lingua straniera con più ore, e docenti di matematica in grado di spiegarla in maniera corretta.
Il maestro unico è un ruolo di fondamentale importanza poiché fornisce l'immagine durante le ore d'insegnamento non solo di un educatore ma anche di un padre, una guida.
Il problema "nuovo"però sta nella divisione delle aule. In questi giorni sui giornali ho letto, classi divise; figli d'immigrati in un'aula e figli d'italiani in un'altra. Direi che sembra una selezione razzista e poco proficua ai fini della promulgazione dei diritti umani.
Se dividessimo italiani da un lato e immigrati dall'altro, come farebbero quest'ultimi a imparare la lingua? C'è oltretutto, poi, una selezione. Una razza da una parte e una razza dall'altra. Le lingue straniere una persona se le deve imparare con il discorso, scherzando, interagendo minuto per minuto, ascoltando ed imitando l'altro per poter in tal modo acquisire quelle caratteristiche che lo renderanno tale o comunque omologato all'interno di una mentalità differente. Come possiamo accettare una proposta del genere. Già Amnesty c'ha catalogati razzisti ora ci mettiamo anche a dividere le classi?
Questa scuola non riesce a trovare la sua identità. Le elementari a mio modo di vedere sono fondamentali, direi essenziali perché giocano un ruolo importantissimo nella vita del bambino(il piccolo grande uomo). Se sono stato scellerato alle elementari, non per forza lo devo diventare da grande. Ma se alle elementari ho avuto una educazione forte ed accompagnata ad un indirizzamento della costruzione della mia creatività, allora si che ne uscirò buono, migliore.
Credo che oggi si debba integrare! Non possiamo rimanere ancorati ai forti principi storici e tradizionali, tralasciando l'aspetto dell'integrazione. Dobbiamo promuovere la collettività come elemento diversificante, come insieme delle diversità. Razze e lingue diverse, equivale a modi di vita e ad idee diverse. Costruire un paese con l'appoggio delle diverse culture del mondo, significherebbe appoggiare un ideale cosmopolita.

Commenti

Post popolari in questo blog

La Furia di un Uomo, la recensione

Jason Statham ha già collaborato con il regista Guy Ritchie, era nel cast di Lock, Stock and Two Smoking Barrels (1998), film rivelazione per entrambi. Ne La Furia di un Uomo (2021), su Prime Video dal 27 dicembre 2021, Ritchie dirige di nuovo Statham che veste i panni di "H", un ibrido tra un John McClane e un Bryan Mils di Io vi Troverò e che dispensa battute ermetiche e ossa rotte in quantità uguali. Detta così pare si tratti di un b-movie qualsiasi, ma, fortunatamente, non lo è. Guy Ritchie è un regista abile nel ricomporre sceneggiature lineari attraverso il montaggio disorganico e le riprese poliedriche. Alcuni suoi lavori sono azzeccati (gli Sherlock Holmes , The Gentlemen , Snatch ), altri un po' meno ( King Arthur , Aladdin e il remake/floppone Swept-Away ). Con La Furia di un Uomo Guy Ritchie, invece, si è mantenuto in bilico, raggiungendo un equilibrio tra action tradizionale e heist movie . La Furia di un Uomo, da quello che si legge in giro, è un remake...

Ferrari. La recensione

Non c'è bisogno di essere dei cinefili per accorgersi che Ferrari [2023] non sembra un film girato da Michael Mann, ma è firmato dal maestro Michael Mann. Sì, proprio lui, il regista di Heat - La sfida, di Collateral, dell'epico L'Ultimo dei Mohicani. Se è un film riuscito? No, anche se non mancano momenti di una certa suspense, specie nelle scene delle gare automobilistiche, nelle quali si riescono a percepire quelle inquadrature annesse all'abitacolo da lato cofano, dallo specchietto laterale o da lato bagagliaio, che tanto ricordano gli indrappelli della Ferrari Daytona Spyder 365 GTS/4 in Miami Vice - La serie, guidata da Sonny Crockett (Don Johnson). Non si può tantomeno definirlo un biopic, poiché non racconta l'intera vita di Enzo Ferrari (un Adam Driver rattrappito sia nei movimenti, sia nella recitazione), ma s'incentra nell'anno 1957. Si dice che raccontare la vita privata degli idoli sia deleterio, perché renderebbe l'idolo un semplice mortal...

Chi segna vince: quando la sconfitta insegna a vincere

La squadra di calcio delle Samoa americane divenne celebre per una clamorosa sconfitta: aver incassato, nel 2001, ben trentuno goal contro l'Australia, nell'incontro che si tenne a Coffs Harbour; un risultato oltre il tennistico, tanto da diventare un riconoscimento da Guinness dei primati. Ovvio è che un risultato simile annichilisca squadra, allenatore e società. Infatti, per una decina d'anni la squadra delle Samoa subì un vero e proprio blocco evolutivo e fu così che decisero di ingaggiare un allenatore olandese: il mr. Thomas Rongen [persona sui generis col "vizio della bottiglia" e con un temperamento irascibile sfociante in noti scatti d'ira]; l'obiettivo del coach Rongen doveva essere di far segnare almeno un goal alle Samoa, che era già un traguardo ancora più arduo, che vincere di netto una partita. Taika Waititi, premio Oscar per Jojo Rabbit (2019) dirige Chi segna vince  (2023) un film nostalgico sulla terra che gli ha dato i natali, attraverso...