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IL CAMBIAMENTO CUBANO di Alessandro Romano


Il primo di gennaio del 1959, 50 anni fa, il Movimento del 26 di luglio guidato da Fidel Castro, Ernesto Guevara e Camilo Cienfuegos, si avvicinava a l’Havana costringendo alla fuga il corrotto dittatore Fulgencio Batista. 50 di revolucìon, 50 anni di vittorie, conquiste sociali che fanno di Cuba lo stato del continente americano con il più basso tasso di mortalità infantile, con un ottimo sistema sanitario ed un altissimo livello di alfabetizzazione, seguendo il principio umanistico dell’eroe patriota José Martì, secondo il quale l’istruzione e la cultura gettano le basi per la costruzione dell’individuo libero. Conquiste strappate con orgoglio e orgogliosamente. Lo stesso orgoglio che, però, è stato anche causa di forti contraddizioni nell’isola. Non si possono negare le forti, fortissime limitazioni alla libertà dei cittadini cubani ed ai tanti, tantissimi errori commessi in questi 50 anni. Con la stessa onestà intellettuale con la quale riconosciamo gli errori ed i delitti commessi da Cuba, risulta però difficile non dedurre lapalissianamente che questi erano dovuti ai continui attacchi che l’isola riceveva (e riceve tutt’ora) a 360 gradi, tentativi incessanti di destabilizzazione politica come quelli realizzati negli anni ’70 dal piano condor, con il beneplacito dell’amministrazione americana Kissinger. Tutto questo per la sola colpa di aver detto di no alle mire espansionistiche delle corporazioni americane. Per la sola colpa, come scrive Gianni Minà, di essersi voluta mantenere autonoma, indipendente e socialista davanti alle pretese della più grande potenza mondiale, davanti all’impunità dei tanti attentati terroristici realizzati, sotto la copertura della CIA, e con il completo e colpevole, aggiungerei io, disinteresse delle altre potenze occidentali. Come spiegato anche dal presidente brasiliano lula, bisogna riconoscere proprio alla rivoluzione cubana l’alito di nuova vita che oggi si respira in america latina, dove Venezuela, Brasile appunto, Bolivia, Argentina, Ecuador, Paraguay, Uruguay e anche il Cile hanno intrapreso scelte progressiste che mirano a cambiare la condizione sociale e storica di questo continente ed a non essere più considerato come il cortile di casa degli usa. Scelte nuove che però la nostra stampa e i nostri politici, ancorati al pensiero reazionario, continuano a non considerare. 50 anni, dicevo. E dopo 50 anni ci troviamo di fronte ad un evento di portata storica epocale, cioè l’insediamento alla guida degli usa di un afro-americano, barak obama. Dalle cui scelte si spera che ci sia quel cambio di rotta che il mondo, e Cuba necessitano. Come la definitiva abolizione dell’embargo che attanaglia l’isola. In questi 50 anni cuba però ha resistito, e resiste e vive, e si porta come esempio concreto di cambiamento; e nonostante gli errori, non le si può negare il ruolo assunto nello svegliare e muovere coscienze.


ALESSANDRO

Commenti

  1. Caro Alessandro,

    è vero Cuba è un paese oggi con molte qualità. Vedendo anni fa il documentario di Oliver Stone, "Comandante", mi sono accorto che la sanità cubana era infallibile, efficiente, tutt'altro quella italiana invece, poiché le pressioni mafiose hanno fatto di tutto per renderla inefficiente. Poi, gli Stati Uniti, che per anni hanno descritto Cuba come il paese degli orrori del "male rosso". È vero che Fidel ha commesso i suoi sbagli, chiamiamoli errori, nel valutare l'uguaglianza; basti pensare alle condanne degli omosessuali chiusi in galera e torturati. Ma se oggi dovessimo condannare Fidel, non lo faremmo poiché di fronte a Mahmud Ahmadinejad ci penseremmo due volte.

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  2. Ragazzi, Fidel è un tiranno! comunque lo si presenti (le ideologie hanno seminato morte e distruzione nel secolo scorso, non dimenticatelo...). Vi consiglio di leggere quello che diceva Vittorio Alfieri contro la tirannia e di leggere la bellissima poesia di Giacomo Leopardi, "Bruto Minore", in cui condanna Cesare e salva bruto e gli uccisori del tiranno! senza arrivare a tanto (uccisione fisica del tiranno) almeno condanniamoli moralmente e storicamente. Senza appello!
    marcigno

    RispondiElimina
  3. ciao marcigno,
    grazie per i consigli di lettura che ci hai dato. io lo farò!
    ora, però, di contro vorrei che ti informassi, magari raccogliendo qualche notizia nella rete, su cosa è stato il 'piano condor' (plan condor) in america latina. purtroppo i nostri libri di storia non ne parlano (naturalmente...da buon paese alleato del patto atlantico).
    oppure cosa è successo l'11 di settembre del 1973. su salvador allende. vorrei che ti informassi sul ruolo che hanno avuto parecchie multinazionali (te ne dico solo una...che invito a boicottare, la bacardi) negli equilibri politici degli stati sudamericani.
    oppure ancora, su cosa sta accadendo ora in bolivia.

    per questo, nonostante i suoi numerosi delitti, vedo nella bandiera cubana il simbolo di riscatto sociale.

    ciao,
    alessandro.

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