È opportuno ricordare un uomo che ha cambiato la visione della cultura italiana. Una scrittura diversa da quella di altri cantautori: Fabrizio De André. Ha saputo meglio di chiunque altro offrire ad ognuno di noi il senso della musica. Non ha rappresentato una corrente politica, nanche ne ha trasmesso il pensiero, è stato libero. Il fatto di pensare in maniera libera, toccando nei suoi testi sempre temi scomodi e analizzando dialetti e lingue diverse, lo ha reso unico.
La sua carriera ha inizio nei primi anni sessanta. La sua voce calda e la concisione dei temi ne fanno un cantante diverso da altri.
Nel 1962 Fabrizio sposa Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli dà un figlio, Cristiano, oggi a sua volta musicista e cantante.Intanto escono altri dischi contenenti brani destinati a divenire dei classici: "La guerra di Piero", "La ballata dell'eroe", "Il testamento", "La ballata del Michè", "Via del Campo", "La canzone dell'amore perduto", "La città vecchia", "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta con Paolo Villaggio) e "La canzone di Marinella", che nel '68 viene incisa da Mina e trasforma De André da autore per pochi intimi ad autore di successo. Nel 1968: esce per la Belldisc l'album "Volume I", seguito l'anno dopo da "Tutti morimmo a stento", e da "Volume II": i tre dischi raggiungono il vertice delle classifiche di vendita. 1970: esce "La buona novella" tratto dai Vangeli apocrifi.1971: esce "Non al denaro non all'amore né al cielo", ispirato a "L'antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters. 1973: la contestazione del'68 fornisce lo spunto all'ellepì "Storia di un impiegato". 1974: in "Canzoni" Fabrizio raccoglie traduzioni da Brassens, Dylan e Cohen e brani suoi degli anni Sessanta.1975: dalla collaborazione con Francesco De Gregori scaturisce l'album "Volume VIII". Segue il primo tour dell'artista, che comincia ad accarezzare il progetto di trasferirsi in Sardegna: acquisterà a tale scopo la tenuta dell'Agnata, presso Tempio Pausania, dedicandosi all'agricoltura e all'allevamento di animali. 1977: Dori Ghezzi, alla quale Fabrizio si è unito, gli dà una figlia, Luisa Vittoria, detta Luvi. 1978: esce l'album "Rimini". 1979: dal tour con la Pfm, De André ricava un doppio album dal vivo. In agosto, a L'Agnata, lui e Dori Ghezzi vengono sequestrati: saranno rilasciati quattro mesi dopo. 1981: l'esperienza del sequestro e la realtà della gente sarda ispirano parte dell'album senza titolo che i mass media battezzano "L'indiano". 1984: De André realizza con Mauro Pagani il pluripremiato ellepì "Creuza de mâ", che unisce la lingua genovese alle sonorità della tradizione mediterranea e che due referendum tra i critici indicheranno come il miglior album dell'anno e del decennio. 1989: Fabrizio sposa Dori Ghezzi. 1990: esce l'album "Le nuvole", con grande successo di vendite e di critica, e successivo tour trionfale. 1991: esce il doppio live "1991 - Concerti".1992: nuovo tour, il primo tour teatrale di De André.1996: esce l'album "Anime Salve".1997: grande successo per il tour e pubblicazione dell'album raccolta "Mi innamoravo di tutto" contenente "La canzone di Marinella" cantata con Mina. 1998: Continua con successo il tour seguito all'album "Anime salve", prima nei teatri e poi in versione estiva, all'aperto. Il tuor viene interrotto per motivi di salute durante l'estate. 1999: l'11 gennaio, alle 2:30 di notte, Fabrizio ci lascia, stroncato da un male incurabile. Muore a Milano all'Istituto dei Tumori dove era ricoverato.
Ricordiamolo come ogni anno, perché in fondo ogni qual volta che ascoltiamo una sua canzone è come se fosse di fronte a noi su un palco a raccontarci splendide e scomode storie di uomini di altri tempi.
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