di ALESSANDRO ROMANO
Diceva karl marx: ‘la storia si ripete sempre due volte: la prima volta in tragedia, la seconda in farsa’. nella striscia di gaza si vive l’inferno. e in questi giorni, questa frase, che ho spolverato dalle reminiscenze liceali, si rivela in tutta la sua fondatezza.un grido di dolore si sta levando dalle madri di gaza nel vedere i propri figli morire sotto il passo sicuro dei carrarmati israeliani. e a questo grido si aggiunge tutto lo sconcerto del mondo che però rimane a guardare, che rimane inerme.come non si può provare sgomento davanti alle notizie che ci arrivano da quell’angolo di terra?scrive vittorio arrigoni sul blog www.guerrillaradio.iobloggo.com in un post dello scorso 27 dicembre a pochi giorni, quindi, dall’inizio dell’operazione ‘piombo fuso’:‘Un messaggio cordiale di fine anno a tg1 tg2 rete 4 canale 5 italia uno, Claudio Pagliara su tutti,ma anche il tg3:ANDATE A FARE IN CULO.Siamo sotto le bombe a Gaza,e molte sono cadute a poche centinaia di metri da casa mia.E amici miei,ci sono rimasti sotto.Siamo a 160 morti sinora,una strage senza precedenti.Terroristi?Hanno spianato il porto , dinnanzi a casa miae raso al suolo le centrali di polizia.Mi riferiscono che i media italiani tutti in toto danno per buono il comunicato militare israeliano di base terroristiche bombardate.Cazzate.Li ho conosciuto, questi ragazzi,li ho salutati tutti i giorni recandomi al porto per pescare coi pescatori palestinesi, o la sera per recarmi nei caffè del centro.Diversi li conoscevo per nome. Un nome, una storia, una famiglia.Sono giovani, diciotto vent’anni,per lo più che se ne fottono di Fatah e Hamas,che si sono arruolati nella polizia per poter aver assicurato un lavoro in una Gaza che sotto assedio ha l'80 percento di popolazione disoccupata.Aprite le orecchie,colletti bianchi della disinformazione occidentale.Queste divise ammazzate oggi (senza contare le decine di civile che si trovavano a passare per caso, molti bambini stavano tornando a casa da scuola)sono i nostri poliziotti di quartiere.Se ne stavano tutti i giorni dell'anno a presidiare la stessa piazza,la stessa strada,li ho presi in giro solo ieri notte per come erano imbaccuccati per riparsi dal freddo,dinnanzi a casa mia.Non hanno mai sparato un colpo verso Israele,ne mai lo avrebbero fatto, non è nella loro mansione.Si occupano della sicurezza interna,e qui al porto siamo ben distanti dai confini israeliani.Ho una videocamera con me ma sono un pessimo cameraman,perchè non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime.Non ce la faccio.Non riesco perchè sto piangendo anche io.Ambulanze e sirene in ogni dove,in cielo continuano a sfrecciaree i caccia israeliani con il loro carico di terrore e morte.Devo correre,all'ospedale AL Shifa necessitano di sangue.non sono umani,credo che non lo siano mai stai.’vittorio arrigoni è un attivista dell’organizzazione per i diritti umani ‘international solidarity movement’, ed è l’unico italiano presente nella striscia di gaza.ciò che descrive arrigoni sono i crimini dei quali, in questi giorni, si sta macchiando israele. crimini contro l’umanità e contro ogni convenzione internazionale, visto che questo attacco è stato condannato anche dall’onu.e il massacro anche oggi non ha visto fine. massacro appunto, e non guerra. non è una guerra. si parla di uno degli eserciti più potenti della terra, quello israeliano, contro una striscia di terra che non riesce a difendersi.la gente per proteggersi dai bombardamenti non sa dove andare se non nelle scuole, magari. e magari scuole che alzano le insegne e le bandiere delle nazioni unite e perciò considerate sicure.l’aviazione israeliana, però, ha bombardato anche quelle. evidentemente israele, aggiunge arrigoni a riguardo, ha pensato bene di prenderne parecchia con un colpo solo.non è una guerra. non ci sono due eserciti contrapposti. sono civili le vittime palestinesi!non voglio andare al principio della questione ‘israelo-palestinese’, perché si dovrebbero scrivere, giustamente, pagine piene di ragioni storiche che ciascuno popolo rivendica dalla propria parte.il mondo però non dovrebbe stare a guardare, o peggio ancora, non dovrebbe guardare in modo diverso, utilizzando due diverse misure. non si può chiudere un occhio su ciò che sta accadendo a gaza.e quindi non marchiare l’amministrazione israeliana come criminale, perché tale è il suo atteggiamento.come criminale, e lo scrivo perché non voglio che si fraintendesse il mio pensiero, ritengo sia il gruppo di hamas.il mondo dovrebbe essere arbitro imparziale in questo ormai datato conflitto, per cercare di trovare delle soluzioni pacifiche. sono belle parole, inutili e banali forse, ma alle quali bisogna continuare a credere.affinché non siamo colpevoli anche noi di questa farsa, colpevoli per non aver impedito alla tragedia di essersi ripetuta.
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