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IL "CHE" C'È


La prima parte del film di Soderbergh ripercorre la vita del noto rivoluzionario. La pellicola, nonostante, sia tracciata da un iter storico e documentaristico mostra subito interesse. Il minimalismo delle scene e le musiche che il regista sceglie, lo rendono affascinante. L'uso del bianco e nero riprende la corsa del medico rivoluzionario verso quel memorabile discorso alle Nazioni Unite.
Sull'interpretazione di Benicio del Toro non c'è proprio niente da dire, in quanto si spersonalizza proprio entrando sia dal punto di vista teatrale che da quello fisico nel corpo del "Che".
Soderbergh tende a darci una visione oggettiva di tutto quello che accade. Le ambientazioni rispecchiano tale e quale le caratteristiche architettoniche ed i colori caldi dell'America latina.
La forza dei personaggi prende l'attenzione dello spettatore. Ad un certo punto diventa una sorta di lezione audiovisiva su quello che accadde nella "Siera" ma anche tutto quello che accadde prima della presa di Cuba.
La follia del "Che" viene subito delineata in alcune scene che mettono in rilievo il suo menefreghismo verso la morte, ma soprattutto il suo portamento ideologico che prende ancor di più il sopravvento con l'entrata in scena dell'amico Fidel Castro. Una prima parte che sicuramente non diverte, ma che ci fa riflettere sull'ascesa di questo Grande Uomo. Ottimo esperimento.

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