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LA CRISI SECONDO Albert Einstein


Anzitutto, grazie ad Andrea Ignone che mi ha inviato una e-mail, in cui vi è questo piccolo discorso di Albert Einstein sulla crisi:

«... Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere "superato".
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, VIOLENTA IL SUO STESSO TALENTO e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.

La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.

Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza di essa tutti i venti sono solo lievi brezze.

Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.»

Con questo discorso non voglio giustificare i rappresentanti di governo, che ne parlano ogni giorno, ma tutti quelli che da molto tempo dicono che la crisi non esiste, oppure, dicono che sta passando. Un modo come un altro per capire che anche un uomo come Einstein, un ebreo, si è dovuto scontrare con il brutto ed oscuro periodo della dittatura Nazista di Hitler; e fu proprio in quegli anni che vi concepì le grandi scoperte; è il caso di dire che la disperazione partorisce il genio!

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