Il tempo migliora le cose, un detto che non sbaglia. Infatti, la tecnologia digitale si sta evolvendo sempre di più. Il mercato è veloce, e ciò che compri oggi, domani è già vecchio. C'è un cambiamento sempre più veloce ed isterico che non sempre va di pari passo con il cambiamento, invece, dello stile di vita.
Il cinema di fine 2009 ci preparerà ad inoltrarci in una nuova frontiera. Non saranno più le persone normali, cioé le persone in carne e ossa a recitare, ma semplici Avatar. Ed Avatar è anche il titolo del prossimo colossal di James Cameroon nonché regista del pluripremiato Titanic.
Il film ci darà una visione diversa, dove gli scenari sono completamente digitali, proprio come nei videogames, dove c'è un'altra dimensione che si mescola con quella reale; il virtuale ed il reale in una sola cosa.
L'avatar siamo noi nel virtuale. Ci muoviamo e pensiamo nel mondo creato dalla tecnologia stessa; la materia che si visualizza come antimateria, ma che ovviamente diventa materia nel momento in cui possiamo manipolarla; pensiamo ancora ai videogames dove i personaggi possono essere gestiti, manipolati e controllati da noi attraverso dei joystick.
Penso che iniziare da qui sia un nuovo modo di fare cinema. Tim Burton lascia le sue scenografie pop art di cartapesta, per crearle col digitale basti citare il suo prossimo lavoro Alice nel paese delle Meraviglie, che non è altro che il frutto di una computer grafica ormai al servizio della visionarietà di questi eccellenti genii della macchina da presa. Ma anche Steven Spielberg ci farà sognare scenari apocalittici e scientifici attraverso Interstellar, con l'uso di queste nuove tecnologie visive e col 3D, la tridimensionalità sullo schermo una esigenza che vuole togliere il concetto di trasposizione della realtà piatta e ferma, portandola verso l'alienzione. Dobbiamo essere noi a diventare parte integrante del sistema visivo, entrare in azione con i personaggi stessi, diventare loro. In questo modo ognuno avrà una propria senzazione e percepirà il cinema come arte emotiva personale, finalizzata ad un utilizzo che va di pari passo con i computer e la telefonia; internet e la comunicazione interattiva: social network, posta elettronica e informazione.
La tecnologia che entra nelle case, cambiando le nostre abitudini, facilitando le nostre azioni. Oggi comprare qualcosa d'introvabile sul mercato comune, non è più una utopia; basti avere un contocorrente, una carta di credito, un conto Visa etc, per poter comprare dal mercato interattivo.
La sola cosa che fa paura è che tutto questo, poi possa sminuire i rapporti umani dialoganti, fisici, finendo per dimenticare il contatto con la persona. Bisogna dosarne l'utilizzo; e qui deve arrivare l'educazione, la formazione delle scuole che devono insegnare alle persone ad essere responsabili di fronte ad un mezzo così potente ed invasivo che è quello della tecnologia. All'intelligenza artificiale, sovrapponiamo quella umana, dei sentimenti e delle emozioni.
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