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Fortapasc: la lenta attesa di morte di un cronista


Giancarlo Siani muore assassinato dalla camorra il 23 Settembre del 1985 a Napoli. Un cronista martire per la verità.
Il film di Marco Risi, figlio d'autore, ma celebre regista di Ragazzi Fuori, film denuncia sul bullismo e sulla vita dei ragazzi di strada di fine anni ottanta, inizi novanta. E sono proprio gli anni ottanta lo sfondo di questa sua ultima pellicola intitolata Fortapasc. Giancarlo Siani un eroe positivo che perde la vita a soli 26 anni , perché come direbbero i camorristi o i mafiosi: « ha parlato troppo ». La macchia di Napoli, ma di gran parte del sud italia, già vista e rivista in parecchi film e documentari, mostra la spietata manovra dei camorristi che boicottavano anche la burocrazia per poter far girare contante sporco e generare un'economia guidata dalla loro macchina di morte, dove il povero Giancarlo ne ebbe la peggio; ma questo di Siani è il sacrificio che il "giornalista giornalista", come viene citato nel film dal suo redattore capo Sasà, deve fare per entrare nelle grazie del pubblico ed essere amato ed apprezzato come un eroe. Analogo discorso potremmo farlo con Saviano, che da cronista-scrittore, ne ha dettato le gesta infiltrandosi, ma adesso ne sta pagando il prezzo più alto. In un noto libro
l'Alchimista di Paulo Coelho si parla di Leggenda Personale, ovvero di una sorta di disegno che ognuno di noi ha tracciato nella propria vita. Questo è stata la missione di Siani e questa è e sarà quella di Saviano. Lottare contro la corruzione delle mafie.

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