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«Rave Party» nel Salento. Migliaia di giovani sembra Woodstock (quasi)

Sembra di rivedere i momenti di Woodstock, quando vediamo sciami di giovani che si spostano anche dal nord Italia per venire nel Sud, nel Salento, la terra del sole per iniziare le loro "notti pazze". Se Woodstock aveva dei connotati di protesta e quindi spinti a favore di qualsiasi forma di pacifismo contro gli Stati Uniti che bombardavano in Vietnam, qui non c'è niente di politico o di rivoluzionario. La musica che i giovani si sparano nelle orecchie è: musica techno. È stanotte, ore 02:00, che hanno cominciato a ballare nella località di Diso, precisamente nella frazione marittima. Ma la cosa che sorprende, è che tutti questi giovani scatenati hanno intenzione di ballare per 72 ore continuative.
Incuranti di questo i ragazzi si sono spostati nei comuni limitrofi; Castro e Vignacastrisi, paesi perlopiù abitati da popolazione anziana, che per timore di non dormire le notti successive si sono rivolti alle forze dell'ordine.
La polizia può fare poco anche perché la gente è troppa e sarebbe oltretutto difficile gestire situazioni di affollamento gravoso. I ragazzi hanno deciso di piazzare l'enorme amplificazione in zona Cappelluzzo, a 200 metri da Diso, ma le assordanti note techno arrivano comunque e disturbano la quiete della gente.
Il sindaco, Antonio Fernando Minonne, ha già inoltrato una denuncia ai carabinieri di Spongano e ha interessato il questore di Lecce, Antonino Cufalo, il prefetto di Lecce, Mario Tafaro, il presidente della Provincia, Antonio Gabellone.
I 4.000 giovani che hanno popolato la zona che conta solo la metà dei ragazzi venuti a festeggiare, fanno in gran parte uso smodato di alcolici senza nessun controllo; il Comune ha messo a disposizione tre camion grossi della nettezza urbana nella speranza che gettino lì i rifiuti ma nulla si può fare per dotare 4.000 persone inaspetatte di servizi igienici.
Quindi è il caso di dire che siamo lontani dal pensare che si possa parlare di una seconda Woodstock, perché qui il vero sballo diventa la sbornia e l'uso di "droghe leggere" (speriamo!) e non i virtuosismi della chitarra di Jimi Hendrix.

Commenti

  1. Piccolo appunto...
    A Woodstock non c'era solo la musica, la droga c'era eccome: erano gli anni dell'LSD, della psichedelia, di una diversa percezione della droga, dei suoi effetti, delle sue conseguenze a lungo termine. E questo solo per fare un accenno ad un argomento che è molto più complicato e ampio di quanto non si pensi.

    Per quanto riguarda la protesta politica e la rivoluzione, se si fosse informato sulla storia dei Rave, avrebbe scoperto che nascono proprio dai movimenti degli anni '60, ne sono una derivazione, seppur diluita da 30 anni di storia (e di nuovo l'argomento meriterebbe approfondimenti).

    Certamente non si può pretendere che tutti si interessino alla conoscenza di molte "subculture", e che cerchino di capire cosa c'è oltre al casino che disturba il vicinato... è molto più facile criticare ed arrabbiarsi, e con ragione, perchè nemmeno io vorrei mai che qualcuno mi disturbasse per giorni con quel casino..ma sarebbe bello se la società cercasse davvero di capire cosa spinge tanti ragazzi a riunirsi in questo modo.

    Tutto quello che ho scritto è privo di ogni vena polemica, è una semplice, forse troppo, puntualizzazione su un argomento che mi sta a cuore..


    Buon lavoro!

    E.P.

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  2. Carissima Freaky,
    non c’è nulla di personale nel post relativo al “rave”. Ho riportato, solo, una notizia comparsa sul sito della “Gazzetta del Mezzogiorno”, che appunto, parlava di un rave che stava per iniziare in un paesino del Salento.
    Quello che ho voluto puntualizzare, senza alcun moralismo, è che non esiste OGGI, nel rave una matrice rivoluzionaria o politica. Mi spiego meglio. So bene che il rave party è figlio di Woodstock e della protesta di fine anni sessanta; so bene che lo scopo del rave è quello di “reclamare nelle strade” protestare attraverso un atteggiamento di incomodo, una forma di «massa critica». Ma tutto questo si addice meglio in contesti metropolitani dove si può perseguire una protesta ecologista contro la speculazione stradale, ad esempio; ma no nelle campagne del Salentino, tra gli ulivi. Non c’è, OGGI, una corrente politica che appoggi tale forma di manifestazione, non rientra nella diatriba politica ma diventa solo una pura forma di “evacuazione”. Divagare come elemento di ribellione… allora, questo, può andare come forma di espressione. Oltretutto questo rave è stato bloccato poiché illegale, ma non perché lo dico io; ma perché sino a due giorni fa non si sapevano nemmeno i nomi degli organizzatori e poi c’è stato da parte dei partecipanti l’occupazione indebita di proprietà privata. Facendo così, invece di protestare pacificamente, si precipita inevitabilmente nel reato penale. Quei terreni saranno pure di qualche agricoltore? Il fatto è che, si devono fare i rave, ma devono essere comunicati (legali) ai Comuni Ospitanti che decidendo nei consigli comunali con gli assessorati predisposti ne devono dare l’autorizzazione. E poi ci deve essere un controllo non poliziesco, ma da parte degli organizzatori stessi (staff), all’interno del rave, così da garantire il servizio di primo soccorso, i servizi igenici e ecc…

    ENRICO

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  3. Credo che i rave di cui ha parlato Enrico non sono nemmeno lontanamente paragonabili a Woodstock... In quel caso c'erano delle fondamenta forti pronte a giustificare quella forma di protesta e soprattutto c'erano giovani che avevano una coscienza sociale e che credevano fortemente in quello che stavano facendo. Oggi non è così. La maggior parte dei ragazzi partecipa ai rave solo per massacrarsi il più possibile con alcool e droghe e non sa nulla su cosa sta succedendo nel nostro pianeta. Dalle guerre civili alle proteste in Iran che vengono soppresse con torture e morti, dalla fame dei paesi del terzo mondo al fenomeno dell'aids che è nuovamente in crescita(anche in Italia). Loro non conoscono e non vogliono conoscere... L'importante è farsi del male e non rispettare le regole,non importa perchè...
    Alessandro Denitto

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  4. Non vedo davvero come si possa paragonare il rave alle lotte degli anni 60,sinceramente mi sembra offensivo dal momento che i rave sono organizzati e frequentati per il 90% da ragazzi annoiati e insoddisfatti di ciò per cui i loro genitori hanno lottato e protestato.
    E poi sfido chiunque a fare un intervista durante un rave party a un certo numero di presenti riguardo alle motivazioni,e sinceramente non credo che quei pochi che riuscirebbero a comporre una frase di senso compiuto parlerebbero di protesta.
    Laura

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  5. Gentile Laura,
    nessuno mi sembra abbia paragonato i rave alla protesta degli anni '60, piuttosto si parla di "derivazione". Io nello specifico ho parlato di "movimenti" di quegli anni, riferendomi (evidentemente non in modo chiaro) in generale alle corrente hippie. Immagino sappia che lotte e hippie sono due cose molto diverse, spesso in contrasto tra loro specie in quegli anni. Comunque il punto è che il movimento dei rave DERIVA dalle "controculture" di quell'epoca. Le consiglio di leggersi qualcosa a riguardo, è un argomento molto interessante, se le piace la storia in generale (personalmente mi appassiona!).
    Detto questo, i rave di oggi sono molto diversi da quelli di 3 o 4 anni fa, per non parlare di quelli delle origini del movimento, nei primissimi anni '90. Motivo per cui la stragrande maggioranza di chi li animava credendo in certi principi (perchè ci sono dei principi..) oggi decide di non frequentarli più. Sono diventati una moda, nè più nè meno delle discoteche, per fare un esempio immediato.
    Purtroppo chi parla di rave oggi, nella stragrande maggioranza non sa altro che quello che viene raccontato dai giornali, o dalla tv, nei rari (e sono rari davvero, questione di statistiche) tragici casi in cui muore qualcuno. Nessuno però parla di cosa c'è dietro davvero, nessuno se ne interessa, e le critiche che vengono fatte così semplicisticamente ricordano tanto quelle che i padri facevano ai figli che andavano a manifestare, o portavano i capelli lunghi... La società cambia, il modo di esprimersi e protestare dei giovani pure. Non serve fare paragoni, non è nemmeno corretto.

    Tanto quanto non è corretto, gentile Alessandro, sputare sentenze.. A differenza di quanto credono i "grandi" oggi, i giovani hanno una coscienza sociale molto sviluppata. Anche quelli che vanno ai rave. E spesso molto più loro di quelli che si passano le giornate in casa davanti al pc a chattare, o trascorrono i loro pomeriggi a passeggiare a vuoto per il corso cittadino per vedere e farsi vedere, e così via. Sono studenti, lavoratori, giovani che non credono più nella politica ma che si muovono per trovare un modo di cambiare le cose alternativo.
    Si fidi, come sempre fare di tutta l'erba un fascio è sbagliato.

    Naturalmente infatti non mancano quelli che pensano solo a drogarsi, ad alcolizzarsi, a cui non interessa il mondo che li circonda, e sono proprio loro la cancrena del movimento, oltre che la rovina di loro stessi. Prima venivano emarginati dalla festa, poi purtroppo si sono infiltrati nel movimento quelli che nello "sballo" trovano l'interesse economico, e da lì è stato facile. In un evento illegale, a cui partecipano normlmente centinaia di persone ed organizzato da poche decine, è di per sè improbabile riuscire ad avere un controllo totale su cosa succede. Se poi diventa moda è ancora più semplice. Ed è per questo processo degenerativo che si è sviluppato negli ultimi anni (non dovuto solo alle droghe) che il movimento è, secondo me, sulla via dell'estinzione.

    Non parlo a vanvera, sono tutti aspetti che ho studiato ed approfondito per interesse personale e non solo.

    E' comunque interessante, come accennavo prima, vedere come la reazione dei meno giovani (o delle persone più "chiuse") alle forme di espressione e protesta dei più giovani siano rimaste sostanzialmente le stesse.. critica, diffidenza, qualunquismo.. (e parlo in generale, non solo dei vostri commenti).
    Spero, utopisticamente, che la mia generazione non si dimentichi di quando è stata giovane e credeva in qualcosa.


    (continuo nel post successivo..)

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  6. Caro dott. Enrico, apprezzo molto le sue parole, quelle di una persona che cerca di capire e che si interessa.
    Le spiego al volo due cose: gli uliveti, i boschi, i prati, sono l'alternativa estiva alle fabbriche abbandonate... è una questione pratica, climatica e in un certo modo di necessità di contatto con la natura dopo tanto grigio e freddo.
    Per quanto mi riguarda trovo disdicevole occupare terreni privati senza il minimo rispetto per i pardoni della terra, dei vicini, degli altri in generale, anche perchè spessissimo, nonostante i buoni propositi, alla fine della festa rimane un disastro osceno di sporcizia.
    Per finire, il rave è illegale per sua stessa natura.. sarebbe un completo controsenso organizzarli con permesso e compagnia bella.. infatti gli eventi organizzati che suggerisce lei esistono, impropriamente chiamati rave. Sono una cosa diversa, secondo alcuni migliore, secondo altri antitetica a quello di cui stiamo parlando..

    Crodialissimi saluti a tutti e tre,
    Freaky

    Ps. mi scuso per la prolissità..la sintesi non è un mio pregio purtroppo..

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