Considerando che l'età media di mortalità di un italiano è 75-76 anni, andare in pensione a 72 insomma sembra palesemente ridicolo.
Si comincia con 3 mesi e si finisce con 7 anni di lavoro in più. Lo stabilisce l'ultima riforma che aggancia le pensioni alla vita media che si allunga.
Per i più giovani pensione a 72 anni
Le nuove regole si aggiungono, e in qualche modo completano, il meccanismo degli scalini introdotto dal precedente governo Prodi. Il nuovo sistema partirà nel 2015 con un allungamento dell'età lavorativa di soli 3 mesi. Ma di lì in avanti la pensione è destinata a farsi sempre più lontana. Secondo il modello utilizzato per i calcoli, la vita media cresce di 1 anno ogni 5. L'età pensionabile aumenterà di conseguenza, secondo scaglioni parametrati sulle aspettative di vita, fino al 2049 quando serviranno 72 anni per gli uomini e 67 per le donne, cioè 7 anni di lavoro in più rispetto a oggi.
In compenso la pensione sarà più consistente. Si lavora di più, si versano più contributi e quindi il tasso di sostituzione, ovvero il rapporto tra pensione e ultimo stipendio, sarà più alto.
Ecco alcune stime riferite a diverse fasce d'età:
Età attuale
Situazione pensionistica
prima della riforma
Situazione pensionistica
dopo la riforma
30 anni
- Data pensionamento: 1.1.2041
- Età: 61 anni e 6 mesi
- Rapporto ult. stipendio: 51%
- Data pensionamento: 1.10.2044
- Età: 65 anni e 3 mesi
- Rapporto ult. stipendio: 66%
40 anni
- Data pensionamento: 1.1.2031
- Età: 61 anni e 6 mesi
- Rapporto ult. stipendio: 54%
- Data pensionamento: 1.1.2034
- Età: 64 anni e 6 mesi
- Rapporto ult. stipendio: 52%
50 anni
- Data pensionamento: 1.1.2021
- Età: 61 anni e 6 mesi
- Rapporto ult. stipendio: 60%
- Data pensionamento: 1.1.2022
- Età: 62 anni e 6 mesi
- Rapporto ult. stipendio: 63%
Ma, per l'appunto, si tratta di stime. In realtà col nuovo sistema non sarà più possibile sapere con largo anticipo la data certa della pensione, perché questa sarà stabilita di volta in volta dalle rilevazioni Istat.
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