NEW YORK - «Il vero cambiamento è possibile». Barack Obama interviene per la prima volta da presidente davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite e rispolvera il tema cruciale della sua campagna elettorale. Secondo il leader americano, «il mondo è scontento dello stato delle cose e l'America è pronta a guidare il cambiamento. È giunto il momento che il mondo si muova in una direzione nuova. Dobbiamo impegnarci per il reciproco rispetto e dobbiamo farlo da subito. Sono consapevole dell'aspettativa che circonda il mio incarico, ma so che non ha radici in quello che io rappresento, ma nel fatto che il mondo è scontento dello stato e vuole cambiare. L'America è pronta a guidare questo cambiamento».
FUTURO COMUNE - Secondo Obama, tutte le nazioni hanno «un futuro comune». «È arrivato il momento che il mondo vada verso una direzione unica, dobbiamo abbracciare una nuova era basata sul rispetto reciproco. Gli Stati Uniti - aggiunge - non possono risolvere da soli i problemi del mondo. Tutti devono cooperare contro il terrorismo e per il clima. I nostri destini sono condivisi. Chi ha criticato l'America in passato per avere agito da sola non può adesso aspettare che sia l'America da sola a risolvere i problemi del mondo».
I VALORI - Il presidente ricorda di avere proibito l'uso della tortura fin dal suo primo giorno alla Casa Bianca e di avere ordinato la chiusura di Guantanamo: «L'America deve rispettare i suoi valori».
CRESCITA EQUILIBRATA - Obama assicura poi che al vertice del G20 di Pittsburgh dei prossimi giorni «lavoreremo insieme con le più grandi economie per disegnare una struttura per la crescita che sia equilibrata e sostenibile». «Disarmo, pace, clima ed economia sono i nostri quattro pilastri» ribadisce.
DEMOCRAZIA - E poi aggiunge: «La democrazia non può essere imposta dall'esterno. Ogni società deve trovare la sua strada e nessuna strada è perfetta. Gli Stati Uniti - ha osservato - sono stati troppo spesso selettivi nella loro promozione della democrazia«. Obama spiega che «i sono alcuni principi di base che sono universali» e che l'America «non vacillerà mai negli sforzi di far rispettare il diritto dei popoli in ogni angolo del mondo di determinare il loro destino». [fonte Corriere della Sera]
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