Passa ai contenuti principali

Percy Jackson: miscuglio di generi. Quando l'epica diventa pop


Avevo il sentore da qualche giorno a questa parte che quel film, Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, fosse un tenero polpettone di effetti speciali infantili.
Già più di vent'anni addietro con La Storia Infinita di Petersen e con I Goonies di Donner, si assaggiava l'avventura, mescolandola con storie e leggende popolari, ma con grande coraggio create senza gli effetti speciali, anche perché la tecnologia visiva di quel tempo non lo permetteva. Mi fa specie che prima l'utilizzo della cartapesta e della plastica era il modus per gran parte usato nel creare immaginari visionari. Oggi invece, ci si siede su una sedia ergonomica, si accende un computer, si avvia un programma e si parte con la computer grafica. Certo non è così semplice, considerando che Avatar ha sbancato il botteghino e ha vinto pure l'oscar per i migliori effetti speciali(con un lavoro alle spalle di sette anni), ma non c'è da stupirsi che i film successivi al colossal di Cameron, sono delle belle patecchie. Come Percy Jackson. Che nei primi quaranta minuti di film ci convince, anche negli effetti speciali; poi cominciano scene che sembrano spot pubblicitari, ad esempio, Las Vegas e per sottofondo musicale l'ultimo singolo di Lady Gaga.
La storia è piuttosto interessante, tratta dal libro nonché best seller Il Ladro di Fulmini di Rick Riordan. Percy è un ragazzo con problemi di dislessia e vive con la madre. Il padre quando lui aveva pochi anni se ne andò, lasciandolo con la madre che nel frattempo si trova a convivere con un compagno rozzo e dai modi poco ortodossi.
Una mattina Percy con tutta la sua classe, fanno una visita al Museo di storia greca, qui verrà invitato dalla sua professoressa di matematica, a seguirla. Ad un tratto Percy si gira intorno e non vede più la sua professoressa. In un baleno, vede la donna su un'impalcatura, come ci sia arrivata lassù, non si riesce a spiegare, se non quando la donna comincia a mutare in un essere diabolico ed alato, una Furia, essere mitologico e da qui il film prende una piega decisamente fantasy.
Gli scenari metropolitani si fondono con le creature mitologiche. Gli dei Zeus, Poseidone ed Ade sono in lotta tra loro, creando disagio con la loro ira funesta sui comuni mortali. Sicuramente, il libro, la carta scritta, convince di più, perché si viaggia con la propria fantasia, ma sullo schermo diventa più un telefilm per under 18. Un blockbuster a tutti gli effetti, senza se e senza ma. Il cast è di tutto rispetto: Sean Bean, Uma Thurman e il giovane Logan Lerman. Il film d'intrattenimento convince comunque sempre al botteghino, non convince sicuramente la critica.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Mezzogiorno in "crisi apparente"

Se nel periodo invernale si giocava sul problema della crisi e delle persone che non riuscivano ad arrivare a fine mese, adesso, durante l'estate ci si dimentica che in fin dei conti non stiamo poi così male. L'estate è il momento in cui tutti si concedono la vacanza e l'Italia di mete ambite ne ha non poche: la Sardegna, la Calabria, l'Emilia-Romagna e la Puglia. Ed è proprio quest'ultima che sta spopolando soprattutto nelle zone del basso Salento: Otranto, Santa Maria di Leuca e Gallipoli. I flussi turistici sono variegati, molti napoletani, romani, toscani, ma anche Veneti e Lombardi. Una meta calda, poi specialmente, in questo mese dove si son sfiorati anche i 40° gradi all'ombra, e dove si vive l'estate intensamente. La movida notturna non manca con le discoteche all'aperto più note del salento: Guendalina, Quartiere Latino, Rio Bo, Casablanca, ecc... I servizi di ristorazione sono buoni, anche i prezzi, insomma, divertirsi a costi bassi. L'

La Furia di un Uomo, la recensione

Jason Statham ha già collaborato con il regista Guy Ritchie, era nel cast di Lock, Stock and Two Smoking Barrels (1998), film rivelazione per entrambi. Ne La Furia di un Uomo (2021), su Prime Video dal 27 dicembre 2021, Ritchie dirige di nuovo Statham che veste i panni di "H", un ibrido tra un John McClane e un Bryan Mils di Io vi Troverò e che dispensa battute ermetiche e ossa rotte in quantità uguali. Detta così pare si tratti di un b-movie qualsiasi, ma, fortunatamente, non lo è. Guy Ritchie è un regista abile nel ricomporre sceneggiature lineari attraverso il montaggio disorganico e le riprese poliedriche. Alcuni suoi lavori sono azzeccati (gli Sherlock Holmes , The Gentlemen , Snatch ), altri un po' meno ( King Arthur , Aladdin e il remake/floppone Swept-Away ). Con La Furia di un Uomo Guy Ritchie, invece, si è mantenuto in bilico, raggiungendo un equilibrio tra action tradizionale e heist movie . La Furia di un Uomo, da quello che si legge in giro, è un remake

Oppenheimer: quando distruzione e resurrezione coincidono

È superfluo usare l’appellativo “bello” per definire il nuovo film di Cristopher Nolan, sarebbe più appropriato “sorprendente”. J. Robert Oppenheimer, conosciuto ai più come “il padre della bomba atomica”, racchiuse in sé un gigantesco scrupolo di coscienza, che qui è raccontato in tre ore tormentate. Benché Oppenheimer (2023) ripercorra la vita turbolenta del fisico americano, che ha contribuito prima allo studio astratto e dopo alla ricerca e sviluppo empirico della bomba atomica, resta, comunque, un dramma sulla coscienza di un genio che concepisce la sua creatura e che la porta alla conoscenza collettiva, divenendo “errore cosmico”: condannando uomini, donne e bambini a quelle sventure che furono Nagasaki e Hiroshima. La sceneggiatura è basata su “American Prometheus”, libro biografico scritto da Kai Bird e Martin J. Sherwin nel 2005. Oppenheimer divenne chief del “Progetto Manhattan” dal ‘42 al ‘46; egli si fece costruire un laboratorio nel deserto di Los Alamos, nel Nuovo Messic