Passa ai contenuti principali

La diaspora dei mestieranti


È difficile trovare oggi nel mondo, qualcuno che sappia esercitare una professione artigianale in maniera minuziosa.
Leggendo i quotidiani, in quella frattaglia di carte maleodoranti, che ammasso di giorno in giorno ogni volta che ne compro uno; mi è parso un articolo che subito e bene ha colpito la mia attenzione. La scomparsa di alcuni mestieri, o comunque, professioni nobili ed antiche che nessuno sa praticare più e che a lungo andare potrebbero scomparire del tutto.
Le scuole d'arte e mestiere vanno salvate!
La realtà di oggi, quella italiana in particolare, tende a privilegiare nel sud, in quel posto dimenticato dalle azioni di governo, quel posto così privo di opportunità e oggi anche scarso di terra da coltivare, dove anche le piante grasse hanno difficoltà a crescere, insomma la Terra dimenticata dal Signore; tende a privilegiare i lavori manuali.
La gran parte delle professioni richieste nel sud Italia sono: il tornitore, il meccanico industraile, il carrellista, l'operaio generico e ecc...
L'istruzione in questo Paese non gode di una buona reputazione per via di mancate riforme o di riforme sbagliate come quella universitaria che ha lasciato molti studenti in balia di un destino grigio. Triennali inutili, che al termine lasciano inermi dal poter dichiarare di aver ottenuto un titolo di studio; e specialistiche che richiedono altri due anni per specializzarsi senza la certezza di uno sbocco lavorativo.
Conviene, quindi, considerare che oggi ognuno di noi, mi metto nei panni di chi è studente e non ha mai "pensato" di fare alcuna attività manuale, d'imparare un mestiere artigianale.
Il fatto di essere stati reputati come Paese di santi, poeti e navigatori, non ci giova, perché con la scomparsa dell'arte del mestiere, finiremo per stravolgere questo nesso.
Molti ragazzi oggi considerano le professioni legate all'arte della moda, del cinema e della televisione come gli sbocchi professionali di successo.
Questo è l'esempio cardine di una società oramai dominata dal mezzo televisivo, parafrasando Ennio Flaiano: «l'Italia non sarà come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione».
Oggi i giovani sono stati aiutati a sbagliare da una cultura superficiale che ha denigrato ogni lavoro manuale.
L'unico modo per agire positivamente sull'aumento di mestieri come: il sarto, l'orologiaio, il giardiniere, il falegname e ne potremmo citare tanti altri, è quello di fare una vera e propria campagna ministeriale.
Riflettiamoci sopra. Perché oggi un giovane preferisce lavorare a un call center piuttosto che sporcarsi le mani con un lavoro dignitoso come ad esempio l'elettricista?
Ci sono posti di lavoro che stanno attendendo che qualcuno li faccia. Ma non c'è la preparazione, la formazione, ovvero le scuole. Creare delle scuole per arte e mestieri, mettendo all'interno personale docente di lingue straniere, o professori di materie matematico-scientifiche, agevolerebbe a creare nell' ambito dell'istruzione ulteriori posti di lavoro anche per i professori precari.

Tornando al sud, qui viene privilegiato solo il lavoro manuale che peraltro è anche raro trovarlo; soffre, nel sud, chi svolge lavori intellettuali o comunque legati a mezzi come stampa, comunicazione, valorizzazione del territorio e ecc. Soffrono i laureati con il massimo dei voti, perché le aziende non sanno come trattarli e che ruoli dargli per compensare il loro titolo. Insomma una riforma seria del lavoro nel sud non guasterebbe; anche perché la diaspora dei mestieranti è anche la diaspora delle "tristi anime del sud" che sono obbligate a lasciare la loro terra nativa.

Commenti

Post popolari in questo blog

La Furia di un Uomo, la recensione

Jason Statham ha già collaborato con il regista Guy Ritchie, era nel cast di Lock, Stock and Two Smoking Barrels (1998), film rivelazione per entrambi. Ne La Furia di un Uomo (2021), su Prime Video dal 27 dicembre 2021, Ritchie dirige di nuovo Statham che veste i panni di "H", un ibrido tra un John McClane e un Bryan Mils di Io vi Troverò e che dispensa battute ermetiche e ossa rotte in quantità uguali. Detta così pare si tratti di un b-movie qualsiasi, ma, fortunatamente, non lo è. Guy Ritchie è un regista abile nel ricomporre sceneggiature lineari attraverso il montaggio disorganico e le riprese poliedriche. Alcuni suoi lavori sono azzeccati (gli Sherlock Holmes , The Gentlemen , Snatch ), altri un po' meno ( King Arthur , Aladdin e il remake/floppone Swept-Away ). Con La Furia di un Uomo Guy Ritchie, invece, si è mantenuto in bilico, raggiungendo un equilibrio tra action tradizionale e heist movie . La Furia di un Uomo, da quello che si legge in giro, è un remake...

Ferrari. La recensione

Non c'è bisogno di essere dei cinefili per accorgersi che Ferrari [2023] non sembra un film girato da Michael Mann, ma è firmato dal maestro Michael Mann. Sì, proprio lui, il regista di Heat - La sfida, di Collateral, dell'epico L'Ultimo dei Mohicani. Se è un film riuscito? No, anche se non mancano momenti di una certa suspense, specie nelle scene delle gare automobilistiche, nelle quali si riescono a percepire quelle inquadrature annesse all'abitacolo da lato cofano, dallo specchietto laterale o da lato bagagliaio, che tanto ricordano gli indrappelli della Ferrari Daytona Spyder 365 GTS/4 in Miami Vice - La serie, guidata da Sonny Crockett (Don Johnson). Non si può tantomeno definirlo un biopic, poiché non racconta l'intera vita di Enzo Ferrari (un Adam Driver rattrappito sia nei movimenti, sia nella recitazione), ma s'incentra nell'anno 1957. Si dice che raccontare la vita privata degli idoli sia deleterio, perché renderebbe l'idolo un semplice mortal...

Chi segna vince: quando la sconfitta insegna a vincere

La squadra di calcio delle Samoa americane divenne celebre per una clamorosa sconfitta: aver incassato, nel 2001, ben trentuno goal contro l'Australia, nell'incontro che si tenne a Coffs Harbour; un risultato oltre il tennistico, tanto da diventare un riconoscimento da Guinness dei primati. Ovvio è che un risultato simile annichilisca squadra, allenatore e società. Infatti, per una decina d'anni la squadra delle Samoa subì un vero e proprio blocco evolutivo e fu così che decisero di ingaggiare un allenatore olandese: il mr. Thomas Rongen [persona sui generis col "vizio della bottiglia" e con un temperamento irascibile sfociante in noti scatti d'ira]; l'obiettivo del coach Rongen doveva essere di far segnare almeno un goal alle Samoa, che era già un traguardo ancora più arduo, che vincere di netto una partita. Taika Waititi, premio Oscar per Jojo Rabbit (2019) dirige Chi segna vince  (2023) un film nostalgico sulla terra che gli ha dato i natali, attraverso...