Non si può scordare. Dobbiamo avere l'obbligo di ricordare. Dobbiamo imporci che ciò che siamo oggi, nei nostri diritti civili, umani e democratici, è grazie a quei giovani, uomini e donne morti, lottando e credendo di dare una Costituzione al nostro paese. E così è "Stato".
Ieri il ricordo del 25 Aprile. Non deve essere una costante pedante e noisa, deve essere un imperativo categorico: RICORDIAMO CIO' CHE ERAVAMO.
I partigiani erano il popolo; la gente ribellatasi al sopruso e al marchingegno diabolico del nazi-fascismo. Il 25 Aprile è una data importante, in tutto lo scenario europeo. I partigiani liberano Milano e Torino, nel '45, dall'occupazione nazi-fascista, spinta propulsionale che anni dopo farà nascere la nostra Costituzione; ma allo stesso tempo non bisogna scordare, il 25 Aprile del 1974, "La Rivoluzione dei Garofali" in Portogallo, dove la ribellione cominciò dopo una canzone di Zeca Alfonso, "Grandola Vila Morena". Un gruppo di militari scontenti del regime e della sua situazione, derivata dalla guerra coloniale, si dirigono a Lisbona per occupare luoghi strategici come l’aeroporto e la prigione politica di Peniche. Cosi comincia la rivoluzione per la libertà.
Ecco prima di tutto questa del 25 Aprile, deve bene essere impressa nelle nostre teste, per rendere l'idea che non è una semplice data, ma è un giorno che in diverse contestualizzazioni storiche, è esempio di libertà, esempio di ribellione ad ogni forma di tirannia.
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