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1 Maggio. La festa dei disoccupati


Si spendono ogni anno troppe parole nelle piazze. L'uno Maggio è la giornata dei lavoratori: ma mi chiedo, dov'è questa gente? Dove sono i lavoratori?
Il fallimento del nostro sistema governativo, si sta rivelando ogni giorno che passa. La disoccupazione in Italia secondo gli ultimi dati del Fmi nel 2010, toccherà il 10, 3 %. Ma sono numeri e questo spaventa poco; ciò che deve spaventare sono le conseguenze che questo fattore può causare sul giovane che vorrebbe impiegarsi, che desidera lavorare. Non avremo mai coscienza di una verità. Questo perché ogni politico che va in tv, ci va per difendere una sua idea politica, il suo partito o una sua categoria.
L'Italia è il paese delle contraddizioni. C'è una parte del paese razzista, una parte mafiosa, una parte intellettuale ma che poco può fare. I giovani si sono annoiati a cercare lavoro. Mandare interminabili curriculum, elencare le proprie esperienze di "lavoro", master e corsi di formazione. In Italia non conta neanche un titolo di studio; è una utopia. Chi è laureato spera di trovare l'occupazione più attinente alla sua materia di studio, ma ben presto si accorgerà che non conta. Piccole realtà del paese, usano il giovane per le sue idee. Gli promettono possibilità e vedute ampie di occupazione. Ogni giorno gli viene promesso qualcosa, affinché possano usarlo per i loro beceri scopi. Il giovane è diventato "una puttana" al servizio di un sistema malato, che usa, ma non paga, che ti dice-sei in gamba ma devi crescere- gavette impossibili, dove è difficile uscirne. Nessuno verrà mai ad aiutare questi piccoli fantasmi sparsi per le realtà italiane. Gente che non si sente, che agisce, ha creatività, ma che non riesce ad emergere, perché le loro umili famiglie non hanno il potere della "conoscenza", dell'amicizia che può cambiare la vita.
C'è una parte dell'Italia che schiavizza. Pensiamo a Rosarno. Schiavizza, il non italiano, lo straniero, da sempre considerato una minaccia. Sfrutta i giovani, quelli che hanno voglia di fare, piuttosto che investire su di loro che sono il futuro, questo paese li consegna alle altre nazioni, dove essi diventano grandi cervelli e grandi ricercatori. Qui da noi non hai diritto di crederci, di sognare o pensare. Non abbiamo il diritto al fare e saremo considerati sempre l'ultima ruota del carro. Grazie Italia, ma oggi non festeggerò questo giorno.

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