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L'Italia (a)morale


Luigi XIV amava vivere nello sfarzo più assoluto. Aveva le regge, dove dimorava e dove dava delle feste, in compagnia dell'aristocrazia, mentre a Parigi e nel resto del paese, i poveri rimanevano senza speranze: morivano di fame.
Oggidì è cambiato molto, almeno in superficie sembrerebbe così, invece in profondità è rimasta ancora la nostalgia dell'assolutismo. Quante volte in questo spazio mi sono interrogato sui problemi che affliggono questo paese ... e mi chiedo a cosa servisse ricordarlo ... a niente! Qui non serve ricordare, delucidare o ragionare. L'italia è una dimensione a parte; non è paese, non è repubblica, non è democrazia. L'Italia è una mignotta. Un lavoro quello della mignotta, antichissimo, dove una donna piacente vende il proprio corpo in cambio di denaro. Bene, l'Italia si vende. Vende il proprio corpo ad un governo straniero, che non ha un orientamento politico, anzi, disorienta politicamente. Vende il proprio corpo al caso e non alla buona politica, oramai scomparsa. Si vede, come questo paese sta diventando proiezione di ciò che accade.
Nella totale assenza di programmi e progetti politici, si arriva alla degenerazione. Schopenhauer diceva che se non riusciamo a controllare la noia, finiamo per precipitare nelle perversioni. Il Re conforma la monarchia a sua immagine e somiglianza. Ruby-gate, mignottopoli e corruzione, ci stanno facendo diventare ridicoli a gli occhi del mondo. E nonostante ciò, il paese è fermo, apatico. Per risollevarsi ha bisogno di una rivoluzione, che non accadrà mai. È l'indole dell'italiano medio non ribellarsi. Aspetta, guarda, rimane immobile. Un presidente del consiglio che chiama in questura, per risolvere un malinteso con una squillo minorenne, è il quadro che in tutti questi anni si stava delineando. L'Italia vende il proprio corpo al ridicolo. Non si governa con il ridicolo, perché esso è il mezzo che denuncia il drammatico, e se diventa sistema, è destinato alla distruzione assoluta. Il comico mi fa ridere sul momento, subito dopo però mi porta ad avere coscienza che ho riso del negativo. Siamo in mano ad una classe politica? No, siamo soli; dove chi governa non risponde all'esigenze del cittadino. La classe politica governante non ritiene l'Italia oggetto di rispetto e dialogo, ma la considera "mignotta". È un paese in cui la moralità è diventata prostituta dell'immoralità. E dove l'italiano guarda, cambiando canale col telecomando.

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