Tre giorni fa è cominciata l'odissea delle bombe. Operazione denominata "Odissea all'Alba". Se ci riflettiamo l'Onu è nata per garantire la giusta equità dei comportamenti tra gli stati del mondo. In linea generale tutto è lecito, ma quando si arriva alla pratica, cambiano molte cose. Giovedì scorso l'Onu ha varato la risoluzione n°1973 che autorizza gli stati, che hanno presentato rapporto su tale risoluzione, a garantire l'incolumità dei civili in Libia. In teoria la risoluzione avrebbe la funzione di protezione civile, in pratica, invece, si tratta di guerra. Ban Ki Moon ha dichiarato un totale "cessate il fuoco", che la "lega" anti -Muammar Gaddafi (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Canada, Danimarca e Italia) non ha rispettato dal principio. Domenica sono iniziati i primi bombardamenti; stamattina a Tripoli nuovi attacchi ai depositi degli armamenti del Rais. Qualcuno potrebbe dare a questa vicenda, una connotazione storico-politica secca, si potrebbe dire che ci sono i Buoni (gli stati che abbiamo elencato prima) e Gaddafi con i suoi discepoli, i Cattivi. Credo che tutta questa bramosia, in questi giorni, dei Francesi, degli Inglesi e degli Americani, e ci metterei anche gli Italiani, sia dovuta ad interessi in gioco. Interessi per l'oro nero, primo artefice di contesa di tutto il Medioriente e della questione Maghreb. Nel nostro caso, invece, dati gli accordi e i "baci di mano" del Premier al Rais, gli interessi sono tanti: Eni, principale operatore per l'estrazione di materia nera nel sottosuolo Nord-Africano; Unicredit, che annovera una partecipazione della Central Bank of Lybia; Finmeccanica, dove Lybian Investment Autority detiene una partecipazione e via discorrendo. Se noi abbiamo tutti questi interessi in gioco, figuriamoci gli Stati Uniti d'America e la Francia. Per carità non si deve moralizzare, una situazione così grave, ma neanche si deve difendere un dittatore spietato come Gaddafi, dobbiamo solo cercare di guardare oltre, senza fermarci a dire: "ecco i buoni" ed ecco "i cattivi". Ogni Stato ha le sue colpe e i suoi eccessi. Ogni Stato nasconde segreti pericolosi. E se succedono questi conflitti lampo, è solo perché, le "grandi potenze", vogliono e sono obbligate a mantenere uno stile di vita, che si regge in gran parte sulla produzione energetica attraverso il petrolio. Dipendenza da petrolio; senza questa materia non esisterebbe: plastica, vestiti, carta, oggetti, elettrodomestici e altro. Interessi, solo interessi!
Jason Statham ha già collaborato con il regista Guy Ritchie, era nel cast di Lock, Stock and Two Smoking Barrels (1998), film rivelazione per entrambi. Ne La Furia di un Uomo (2021), su Prime Video dal 27 dicembre 2021, Ritchie dirige di nuovo Statham che veste i panni di "H", un ibrido tra un John McClane e un Bryan Mils di Io vi Troverò e che dispensa battute ermetiche e ossa rotte in quantità uguali. Detta così pare si tratti di un b-movie qualsiasi, ma, fortunatamente, non lo è. Guy Ritchie è un regista abile nel ricomporre sceneggiature lineari attraverso il montaggio disorganico e le riprese poliedriche. Alcuni suoi lavori sono azzeccati (gli Sherlock Holmes , The Gentlemen , Snatch ), altri un po' meno ( King Arthur , Aladdin e il remake/floppone Swept-Away ). Con La Furia di un Uomo Guy Ritchie, invece, si è mantenuto in bilico, raggiungendo un equilibrio tra action tradizionale e heist movie . La Furia di un Uomo, da quello che si legge in giro, è un remake...
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