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La solidarietà e l'accoglienza dell'Altro: messaggi di libertà


C'è una guerra di mezzo. Questo non può renderci indifferenti. C'è una posizione dell'Italia, in questo conflitto, che non si riesce a capire. Ci siamo e non ci siamo. Nonostante questa ambivalenza stiamo subendo il fenomeno immigrati. Bisogna tenere conto che l'ondata di libici, eritrei e tunisini potevamo benissimo tenerla sotto controllo, ma il Governo non l'ha fatto. Pochi giorni fa a Lampedusa si sono registrati 4.789 immigrati a fronte di una popolazione di 5.000 abitanti. Le tendopoli che dovevano temporaneamente contenere questa gente, non sono state terminate. Oltretutto queste persone hanno bisogno di cure mediche adeguate, perché arrivano a destinazione stremate per la mancanza di acqua e di cibo. L'Europa ha pensato (gli accordi di Schengen del 1985) di istituire dei CIE (Centri d'Identificazione ed Espulsione), dove la loro funzione può essere benissimo cambiata attraverso la legislazione di governo (vedi legge Bossi-Fini). Sembra una soluzione dei governi a sbarazzarsi al più presto di un flusso migratorio, che, invece, d'accogliere, contengono e poi cacciano via. Questi CIE ledono in partenza i diritti fondamentali della persona, che viene reclusa e poi rimandata via, perché considerata clandestina. Non possiamo permettere in questo paese, che la condizione di clandestino, sia interpretata come una forma di crimine, poichè in mezzo a queste persone c'è una cultura, una civiltà, una storia. Dobbiamo accogliere, investendo in istituti d'accoglienza non in centri detentivi, e visto che non ci sono stati investimenti in questo settore; ciò dimostra la volontaria assenza del Governo di fronte a tale questione.

"Domenica 3 Aprile, dalle 10.30 fino a tardo pomeriggio il Gruppo No-CIE Brindisi organizza un presidio davanti al cie di restinco. Gli ultimi, sconcertanti episodi rendono la presenza della gente fondamentale per far capire a chi è recluso, che non è solo. Una partecipazione numerosa è importante (oltre che auspicabile) per rompere il silenzio che avvolge questa struttura da troppo tempo. Qualsiasi cosa faccia rumore per farci sentire da dentro è ben accetta, le bandiere di partito tenetele a casa. In solidarietà con i reclusi che lottano ogni giorno. Per la chiusura immediata di tutti i cie".

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