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Rischio «lavoro nero» tra i disoccupati e indifferenza istituzionale


È pericolo «lavoro nero» per i laureati. Molti ragazzi lavorano senza contratto, ad un anno dal conseguimento del titolo di studio. Si sta delineando un quadro torbido, quello del lavoro atipico. I laureati sono pochi in questo paese, anzi, forse troppo pochi e c'è pure una piccola parte di laureati che non riesce a trovare un'occupazione stabile. Le disuguaglianze scolari stanno aumentando. Già il sol fatto di favorire - per favorire - intendo: allacciare dei compromessi economici con i magnati delle università private e di quelle on-line. C'è una diramazione di favore verso l'università privata e tagli cospicui a quella pubblica. Sembra quasi che tutto sia stato scritto, come se ci fosse un piano concordato ... Dobbiamo pensare che dietro c'è una loggia P3, P4 e ecc ... Non voglio immaginarlo. Riflettiamo solo che, chi non ha possibilità economiche come un figlio di un contadino o di un operaio, non ci penserà due volte a fare ritiro dagli studi. Dai dati che vi mostra questo articolo de Il Corriere della Sera di oggi, potete notare qual è la situazione degli studenti disoccupati di questo paese [Articolo]. Quivi è possibile capire anche, che in mancanza di prospettive future inesistenti, i ragazzi sono disposti a tutto. Nella serata di ieri a Che tempo che fa di Fazio, era ospite Saviano. Il giovane scrittore, saggiamente, disse che le Ruby della situazione non sono le colpevoli di tutta questa vicenda grottesca, ma sono la proiezione di un'economia mancata, insomma delle vittime a tutto tondo. C'è mancanza di programma di lavoro. Le aziende hanno chiuso a chiave i cancelli e la gente rimane fuori ad implorare. Era questo quello che volevano. Un amico che è stato fuori per un certo periodo, e che ha vissuto l'esperienza dello stare all'estero, mi ha detto, amaramente, che non godiamo di molta stima; ma non per le vicende del Bunga Bunga, ma per come agiamo, per la nostra mentalità poco seria e dall'aria spaccona tipo Jack La Motta!

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