Passa ai contenuti principali

Rischio «lavoro nero» tra i disoccupati e indifferenza istituzionale


È pericolo «lavoro nero» per i laureati. Molti ragazzi lavorano senza contratto, ad un anno dal conseguimento del titolo di studio. Si sta delineando un quadro torbido, quello del lavoro atipico. I laureati sono pochi in questo paese, anzi, forse troppo pochi e c'è pure una piccola parte di laureati che non riesce a trovare un'occupazione stabile. Le disuguaglianze scolari stanno aumentando. Già il sol fatto di favorire - per favorire - intendo: allacciare dei compromessi economici con i magnati delle università private e di quelle on-line. C'è una diramazione di favore verso l'università privata e tagli cospicui a quella pubblica. Sembra quasi che tutto sia stato scritto, come se ci fosse un piano concordato ... Dobbiamo pensare che dietro c'è una loggia P3, P4 e ecc ... Non voglio immaginarlo. Riflettiamo solo che, chi non ha possibilità economiche come un figlio di un contadino o di un operaio, non ci penserà due volte a fare ritiro dagli studi. Dai dati che vi mostra questo articolo de Il Corriere della Sera di oggi, potete notare qual è la situazione degli studenti disoccupati di questo paese [Articolo]. Quivi è possibile capire anche, che in mancanza di prospettive future inesistenti, i ragazzi sono disposti a tutto. Nella serata di ieri a Che tempo che fa di Fazio, era ospite Saviano. Il giovane scrittore, saggiamente, disse che le Ruby della situazione non sono le colpevoli di tutta questa vicenda grottesca, ma sono la proiezione di un'economia mancata, insomma delle vittime a tutto tondo. C'è mancanza di programma di lavoro. Le aziende hanno chiuso a chiave i cancelli e la gente rimane fuori ad implorare. Era questo quello che volevano. Un amico che è stato fuori per un certo periodo, e che ha vissuto l'esperienza dello stare all'estero, mi ha detto, amaramente, che non godiamo di molta stima; ma non per le vicende del Bunga Bunga, ma per come agiamo, per la nostra mentalità poco seria e dall'aria spaccona tipo Jack La Motta!

Commenti

Post popolari in questo blog

Mission: Impossible - The Final Reckoning. La recensione

La resa dei conti finale. Sono passati quasi trent'anni e questo formato thriller - spionaggio - azione resta sempre fresco e attuale. MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONING (2025) è l'ottavo film che completa e conclude (almeno per il momento) la saga. Nata come serie TV, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta; nella trasposizione cinematografica ha sempre mantenuto questo temperamento démodé con sprazzi di humour britannico. Sembra ieri quando, nel lontano 1996, Tom Cruise alias Ethan Hunt si cala con un cavo metallico in una camera blindata della CIA, deviando i raggi infrarossi, per prelevare una lista di agenti sotto copertura dal PC del Langley. Stiamo parlando di MISSION: IMPOSSIBLE (1996) regia di Brian De Palma. E cosa c'entra il primo capitolo con quest'ultimo? In  MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONING (2025), il regista Christopher Mcquarrie usa il primo capitolo come aggancio narrativo e stilistico, ritornando ad un genere d'azione vecchio sta...

Una battaglia dopo l'altra: quando la democrazia vacilla, gli idioti escono a galla

Paul Thomas Anderson ricrea un'innovativa trasposizione dei tempi affannosi che stiamo vivendo, rileggendo ancora il romanziere Thomas Pynchon dopo Vizio di Forma . Questa volta il regista losangelino s'ispira a  Vineland , romanzo ambientato in California (come questa pellicola) nell'anno della rielezione di Ronald Reagan. Anche se, diacronicamente, PTA inquadra i personaggi nel clima storico del trumpismo. È il decimo film del regista, che ha firmato capolavori come Il Petroliere, Il Filo Nascosto e Boogie Nights -L'altra Hollywood . Una Battaglia dopo l'altra (2025)  lo si potrebbe annoverare tra i sopracitati, ma con circospezione, perché la pellicola potrebbe essere letta (o male interpretata) da chi non abbia gli strumenti necessari per comprendere ciò che sta accadendo in America e, di riflesso, nel resto del mondo. La storia è semplice: Bob Ferguson (Leonardo Di Caprio)  è un "inconsapevole rivoluzionario" con velleità di scarso bombarolo. Facente ...

Taboo, la serie tv dark con Tom Hardy

È forse un pazzo? È forse uno stregone? È lui o non è lui? Chi è James Delaney (Tom Hardy)? Nessuno sa chi sia. Alcuni lo danno per morto, altri per disperso. Una leggenda.