Trovare un significato per ciò che sta accadendo nel Maghreb e in Medioriente, è molto difficile se non impossibile. Alzarsi una mattina e leggere le notizie del giorno: «Giovane blogger ammazzato sulla Striscia di Gaza». Questo "collega" è: Vittorio Arrigoni. Voglio usare questo sostantivo, "collega", non perché mi sentissi uguale ad Arrigoni, che per sua stessa ammissione aveva dichiarato di essere lì, non per lavoro ma per passione; fare lo "scudo umano", non è poi da tutti; lui in quel territorio devastato dall'odio di due fazioni sulla stessa linea, una "striscia" di sangue. Lui era nella striscia di sangue. Molte volte dimenticare la questione palestinese, soprattutto, nei tg e sui nostri giornali, è diventata una consuetudine, poiché si preferisce dare spazio al Bunga Bunga, ai festini di Palazzo e alle "ridicole" decisioni di Governo. La storia di questo volontario umanitario, ci tengo a sottolineare "umanitario", era quello di stare lì ad aiutare la popolazione palestinese. Vittorio collaborava, inoltre, con Il Manifesto e attraverso la parola amava dare voce a ciò che vedeva. Molti grandi uomini hanno fatto della loro esperienza visiva, del viaggio, del sedimentarsi in altri mondi, parole per i loro racconti. Basti ricordare Ryszard Kapuscinski che con Ebano narrò l'Africa, riuscì a trovare le parole per descrivere più di un continente, uno stato dell'anima. Ed è proprio lì nel Nord di questo stato dell'anima, che qualcosa si è rotto! Forse le ferite c'erano da secoli ed adesso si sono riaperte ancora di più. Ecco Vittorio Arrigoni come Kapuscinski, un uomo che amava vedere il male dell'uomo ed oggettivamente raccontarlo, ha fatto lo stesso in Medioriente, su quella striscia maledetta. Un'impresa non facile che solo chi ha una vocazione del genere, può compiere. Di fronte a tale vicenda, non possiamo e non dobbiamo avere nessuna aria di schieramento verso una parte o l'altra; filopalestinesi o filoisraeliani.
Se provate a fare una ricerca su Google, scrivendo nella sezione immagini: Striscia di Gaza; e se avete un po' di stomaco e fredezza potrete vedere l'orrore, di uomini ammazzati sotto le bombe e di bambini martoriati. A noi non deve importarci se israeliani o palestinesi, sono pur sempre anime annullate. Persone uccise. L'orrore accade sotto i nostri occhi, ma qualcuno è bravo a mascherarcelo o a glissarcelo. Dobbiamo ricordare e dire, costantemente, ciò che succede, perché l'obiettivo è informare senza opinione, ma come occhi che scrutano la scena. Violenza che si abbatte come una mannaia. E questa vicenda di Arrigoni è una storia di violenza, su cui bisogna continuare a parlare. Potrà esserci un giallo dietro tutto questo ... Nel 1947 Sartre scrisse che la violenza in qualunque forma si manifesti, è sempre una sconfitta. Come questa storia.
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