Accendo il televisore. Quando si mette a fuoco l'immagine il primo canale che rimane memorizzato è: Canale5. Comincio a ridere, perché nel pomeriggio, sul tardi, comincia "Pomeriggio 5", con Barbara d'Urso. Perdersi in tali programmi è fatale; qui non si parla dei problemi della gente, ma si discute di delitti "noti", pensiamo a quello di Melania Rea in questi giorni e prima a quello di Sarah Scazzi, insomma, alla cronaca nera. È come stare nella sala d'attesa del proprio barbiere e aspettare leggendo "Cronaca Vera". Rido, sì, rido; in fondo, farsi una bella risata depura lo spirito. Dico sul serio, ridere fa bene. Si dice che la risata abbia un'influenza benefica sul nostro stato di salute. Ricerche fatte nella Psiconeuroendocrinoimmunologia (che fatica con queste terminologie scientifiche!) dimostrano una forte correlazione tra sistema emozionale e sistema immunitario; cioè più rido, meno mi ammalo, in quanto rafforzo il mio sistema immunitario. Avevo sottovalutato il punto di vista della comicità dei fratelli Vanzina. Nei loro cinepanettoni c'è questa Italia. Un paese che ama "non farsi i c...i propri" e preferisce sapere, ingoiando migliaia d'informazioni e idiozie lanciate da questi programmi. Ora non me la prendo solo con "Pomeriggio5", ma anche con "Porta a Porta", "Estate in Diretta" e "La Vita in Diretta" e ne potrei aggiungere altri. Perché sbattere la "mostuosità" in diretta non fa altro che rendere tutto normale, quindi, consuetudinario. Dopo queste notizie, si riesce a passare nell'arco di venti minuti e anche meno, a parlare della storia d'amore tra una coppia più o meno nota, o di una giovane ed avvenente donna malata di dipendenza da shopping. Passare dalla violenza privata al futile, come se queste due cose fossero due facce della stessa medaglia. Quindi onde incorrere nel non comprendere il vero significato delle cose, dobbiamo stare bene attenti a guardare questi programmi. In un agglomerato di sabbia il bambino vede tutto allo stesso modo, ma quando prende il rastrello (il telecomando) comincia a scavare il fondo, vedendone i dettagli. Si può essere schiavi dell'informazione? Sì, si può essere anche manipolati da essa, quindi è bene capire, che da un lato dev'essere garantita la libertà d'informazione, ma anche esercitare, "l'essere liberi dall'informazione". Meglio un caffe o una birra tra amici, con cui si ride sguaiatamente delle "figure di m...a" fatte in certe situazioni, che starsene a guardare i sorrisi sbilenchi della d'Urso o il gira e rigira mani di Bruno Vespa. Videmus!
La resa dei conti finale. Sono passati quasi trent'anni e questo formato thriller - spionaggio - azione resta sempre fresco e attuale. MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONING (2025) è l'ottavo film che completa e conclude (almeno per il momento) la saga. Nata come serie TV, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta; nella trasposizione cinematografica ha sempre mantenuto questo temperamento démodé con sprazzi di humour britannico. Sembra ieri quando, nel lontano 1996, Tom Cruise alias Ethan Hunt si cala con un cavo metallico in una camera blindata della CIA, deviando i raggi infrarossi, per prelevare una lista di agenti sotto copertura dal PC del Langley. Stiamo parlando di MISSION: IMPOSSIBLE (1996) regia di Brian De Palma. E cosa c'entra il primo capitolo con quest'ultimo? In MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONING (2025), il regista Christopher Mcquarrie usa il primo capitolo come aggancio narrativo e stilistico, ritornando ad un genere d'azione vecchio sta...
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