Prima dell’estate sorvolava sulle teste dei mesagnesi un solo interrogativo: “che ne sarà della Mesagne esta-te?”. Se si pensa che sono stati assegnati modesti finanziamenti, quest’anno, per il cartellone estivo, era in-dubbio che dovessimo celare una certa aria di pessimismo di fronte alla previsione della stessa. Poi, però, le piazze del paese e il centro storico tutto, si sono riempiti. L’appoggio organizzativo dell’amministrazione comunale e dell’assessorato alla cultura non è mancato per eventi come la “Notte Rosa” o la “Sagra ti la fu-cazza chena”, che hanno avvicinato una cospicua massa di gente, grazie, soprattutto, al coraggio e allo spirito d’iniziativa del privato. C’è stata aria di festa! C’è stato movimento e riteniamo che ci sia stata al contempo anche cultura, attraverso la presentazione di libri e mostre d’arte, alla rassegna cinematografica all’aperto, concerti e manifestazioni musicali. Le critiche, che siano positive o negative, devono esserci perché sono il sale della democrazia, ma dire che bisogna fare meno sagre, quando a Mesagne se ne sono sempre fatte trop-po poche, riteniamo sia sbagliato. Ovviamente, ci deve essere un’organizzazione centrale dell’amministrazione. Le sagre pensiamo siano e facciano parte del patrimonio culturale di un paese. In esse non deve mancare la componente collettiva organizzativa, cioè, è l’amministrazione comunale che deve pre-siedere la gestione di una sagra; ma se lo fa un privato o un’organizzazione di privati, ciò non deve destare fastidio, perché la macchina economica del paese viene, comunque, messa in moto. L’estate è, si può dire, oramai agli sgoccioli; e mentre il paese sembra stare in un clima di festa, dall’altra parte della città la crimi-nalità ha fatto “rumore”, attentando con un ordigno alla residenza di un noto imprenditore. Questo ci fa ri-manere “sordi” e attoniti, ma non ci toglie certo la voce. La soluzione è parlare, gridare e raccontare, affinché con l’apporto della giustizia e delle forze dell’ordine si possa combattere questo “vecchio fardello”. Dobbia-mo avvicinarci alla cultura, al sapere, all’arte e al dibattito politico, esse sono le armi per combattere feno-meni come questo. Inoltre, non bisogna dimenticare il tema lavoro, costante oggetto propedeutico del dibatti-to, che ha contraddistinto da sempre Le Fabbriche di Nichi; i recenti dati ISTAT registrano un 8% del tasso di disoccupazione, quasi duemilioni di disoccupati e una disoccupazione giovanile pari 27,6%. In quell’8%, oltre alla mancata politica del lavoro e dell’impresa di questo paese, c’è anche la gestione della criminalità organizzata che delegittima questo fondamentale diritto costituzionale.
La Fabbrica di Nichi Mesagne
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