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IMMORTALS. MANIERISMO VISIVO E 3D SCADENTE


Con Scontro tra Titani ci aspettavamo apprezzamento per la mitologia greca, che purtroppo era del tutto assente; in Immortals ci aspettavamo anche questo, ma è caduto nella stessa barca del precedente kolossal anti-mitologico. Anche qui c'è il solito scontro mortali e dei, che molto cartoonisticamente, osservano il mondo dai cieli. Racconta la storia di Teseo figlio del dio Poseidone, quindi un semidio, che però dovrà vedersela con l'ira del titano Iperione, interpretato dal sempre bravo Mickey Rourke, che ha, però le sembianze del malvagio e carnefice re di Creta; questo personaggio, è portato ai massimi dell'esagerazione perché tutto ciò che gli passa davanti viene torturato, sfregiato, denudato e ammazzato brutalmente. Insomma, un ruolo su misura per Mr. Rourke. Il giovine Teseo, sbarbatello di mamma, è interpretato dalla nuova promessa? Beh, non direi ... classe '83, che ha alle spalle film come Tristano e Isotta, Basta che funzioni, Montecristo; lui è Henry Cavill, che avrà perso punti per questa interpretazione, ma ha guadagnato, sicuramente, in danari. I titani sono coloro che si ribellano agli dei. È difficile oggi trovare qualcuno che conosca la mitologia, figuriamoci se nella scuola italiana ci sono professori che la insegnano, non perché non la vogliono e perché non la sanno. Un film che varrebbe la pena vedere se funzionasse almeno il 3D, neanche quello; aspettavo che qualche freccia dell'arco di Teseo mi venisse in faccia, oppure, qualche cataclisma dell'ira degli dei. Invece, il film di Tarsem Singh, regista di The Cell con Jennifer Lopez(ahahah), si abbraccia, costantemente, ad una pietosa copia di 300, imitandolo nella "stretta stretta" battaglia del tunnel (invece dello stretto sul burrone di 300); dopo meno di 10 minuti di film ti accorgi che dell'occhiale 3D se ne può fare pure a meno. Ecco il grande dilemma, non del film per quanto sia brutto, perché lo si capisce in partenza, ma per l'inutilità e/o fregatura di questa rottura di 3D.

ps: un plauso va all'indimenticabile inquadratura del fondo schiena di Freida Pinto!

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