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Safe House: non credere alla verità

L'azione pura è quella fatta di interminabili rincorse in auto, rigorosamente, BMW oppure Peugeot, in citta metropolitane dove quasi sempre c'è sovraffollamento di popolazione e le stradine strette strette piene zeppe di gente indaffarata a vendere frutta e verdura o stoffe. Se pensate a Bourne, non non è lui, ma è: SAFE HOUSE. Tobin Frost (Denzel Washington) è un disertore della CIA, in possesso di "qualcosa" che brucia ai vertici dei servizi segreti. Frost verrà preso e scortato a Cape Town in una Safe House ( casa per gli interrogatori), qui però un gruppo di uomini farà irruzione; chi saranno mai, dei terroristi o dei filogovernativi?

Daniel Espinosa impara da Paul Greengrass. Usa il montaggio frenetico, creando dinamica ed adrenalina allo stesso tempo, e accentuando la suspense dello spettatore. Gli attori sono abili nel mantenere un approccio quasi realistico. Bravo Ryan Reynolds che fa da sostegno ad un Denzel Washington già visto nei panni dell'anti-eroe ( Man on fire e Training Day) e il restante cast che grida rispetto: Brendan Gleeson, Vera Farmiga e Sam Shepard (strepitoso nel riordinarsi, in un ruolo da burocrate della CIA). Una sceneggiatura quella di David Guggenheim che incespica verso il finale, rendendolo quasi prevedibile, ma che viene compensato bene dagli alti livelli d'azione che sono presenti nelle scene decisive.

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