Ci sono i dati statistici, le agenzie di rating. Ci sono ricerche in campo sociale. Ma chi ce lo dice che poi anche queste ricerche, queste agenzie non siano veicolate politicamente? Che non siano "pagate"? No, perché molta gente, quantitativamente non so definirla, avverte sì l'aria di crisi, ma agisce nella totale spensieratezza. Più di qualcuno sa, dal canto suo, di avere da un lato un supporto della rete parentale, dall'altro quello politico, ammettendo che questo qualcuno sia impegnato politicamente, e con tessera di partito annessa. C'è chi questo sforzo, quello d'impegnarsi politicamente però, non riesce a sopportarlo. Se questo qualcuno, che crede nella politica, pensa che con essa possa ambire a ruoli sociali magistrali, si sbaglia: poiché prima deve valutare se la sua rete parentale, conta in modo socialmente darwiniano, cioè in sostanza, se ha degli scudi protettivi, affinché non venga "bruciato", politicamente parlando, dal suo subordinante politico d'appartenenza. Se egli non fa questa valutazione, prima d'accettare incarichi, potrà incorrere nel rischio: "segugio". Cioè essere un cane segugio della politica. Masticherà da terra decisioni difficili, dovrà sopportare umiliazioni e figure di merda che loro stessi gli creeranno; dovrà ingoiare amaro. Dovrà essere denigrato dalla stampa; dovrà essere martoriato da qualche giornalista di partito, che non ha mai provato sulla sua pelle la vita politica e sorbirsi da lui estenuanti masturbazioni grammaticali. Molti ragazzi, oggi, vedono nel partito una speranza, ma ne rimarranno presto delusi. Quelli però che riescono a trarre un vantaggio, sono, proprio, quelli con un piede nel partito e l'altro fuori. Sono proprio essi quelli che lavorono in maniera maniacale per il partito, facendoti credere il contrario; perdipiù lo criticano, ne parlano contro. E lo usano come un escamotage per realizzare progetti a fini personalistici.
Se nel periodo invernale si giocava sul problema della crisi e delle persone che non riuscivano ad arrivare a fine mese, adesso, durante l'estate ci si dimentica che in fin dei conti non stiamo poi così male. L'estate è il momento in cui tutti si concedono la vacanza e l'Italia di mete ambite ne ha non poche: la Sardegna, la Calabria, l'Emilia-Romagna e la Puglia. Ed è proprio quest'ultima che sta spopolando soprattutto nelle zone del basso Salento: Otranto, Santa Maria di Leuca e Gallipoli. I flussi turistici sono variegati, molti napoletani, romani, toscani, ma anche Veneti e Lombardi. Una meta calda, poi specialmente, in questo mese dove si son sfiorati anche i 40° gradi all'ombra, e dove si vive l'estate intensamente. La movida notturna non manca con le discoteche all'aperto più note del salento: Guendalina, Quartiere Latino, Rio Bo, Casablanca, ecc... I servizi di ristorazione sono buoni, anche i prezzi, insomma, divertirsi a costi bassi. L'
Flà ... per parlare ed essere ascoltati per forza la tessera bisogna farsi? La partecipazione popolare ce la dimentichiamo? Perché tutti e dico tutti possono parlare, non è che c'è una legge costituzionale o penale che vieti di parlare ed esprimere il proprio pensiero se non si è tesserati.
RispondiEliminaps. quanto all'articolo non ha nulla di referenziale, qualitativamente è quello che accade un po' dappertutto. Quando scrivo non sono referenziale e se lo devo fare scrivo nome e cognome. :)