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Piccoli cult girano sul DT: New York Stories

Come si dice, c'è sempre la prima volta. Finalmente, anche nel sud, in questa terra dimenticata dai santi, arriva lo switch off, che ci dà la possibilità di vedere più canali in chiaro sul nostro digitale, comprese frequenze in hd. Ebbene la tecnologia va avanti e noi dobbiamo seguirla di pari passo. Nel pomeriggio m'imbatto in RaiMovie; fanno un film d'autore, lo capisci dalle inquadrature manieristiche, da quella colonna sonora anni '60 e '70; dapprima non sapevo di che film si trattasse, poi schiaccio sull'info del telecomando del mio digitale terrestre cinese, et voilà: New York Stories. Ma quale? Quel film sperimentale con tre mini storie raccontate da Scorsese, Coppola e Allen? Sì proprio quello, film del 1989. Il primo episodio è con Nick Nolte, storia di un pittore in crisi creativa che dovrà mediare la sua fama con l'amore  difficile per una donna che vive nel suo appartamento e per la quale nutre un profondo amore, fatto esclusivamente d'ispirazione. L'episodio in questione è di Scorsese ed è un mix d'inquadrature frenetiche e dettagli, che descrivono bene la natura confusa e sgangherata di un pittore. Il bello dell'episodio è che è pieno di musiche di Bob Dylan e dei Rolling Stones. L'altro è di Francis Ford Coppola.
Da notare subito la fotografia del grande Storaro e poi la natura del racconto molto vicina a Fellini. È la storia di una bambina ricchissima di nome Zoe, figlia di un noto fluatista, interpretato da Giancarlo Giannini, che è sempre assente per le sue tournèe internazionali. Il terzo ed ultimo, di cui ricordo il titolo, Edipo Relitto, è di Woody Allen. Stupefacente, in quanto racconta in maniera surreale il complesso edipico però in chiave comica, tra un avvocato di New York e il difficile rapporto con la vecchia madre yiddish rompiscatole. L'episodio, in assoluto, dove si ride senza esclusioni di sorta e dove ritrovi il vero Allen quello di sempre, che non fa fede all'ultimo di To Rome with Love. Sono comunque quasi due ore con tre maestri che stanno facendo la storia del cinema e per chi non l'ha visto, è bene che lo faccia per apprezzare il loro lato sperimentale.

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