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Quando Nolan fa scuola a Spider-man

The Amazing Spider-man. Film attesissimo da più di un anno, che cambia regia e cast. A dirigere c'è Marc Webb, con nuovi volti e non nuovissimi, come Emma Stone (The Help) fidanzatina dell'eroe in calzamaglia, il Peter Parker Andrew Garfield (The Social Network interpretava l'amico di Mark Zuckerberg) e il cattivone, Lizard, Rhys Ifans (lo Shakespeare di Anonymous). Un bel gruppetto che nel complesso ha dato vita ad un gran bel film. La prima impressione? Beh, innanzitutto, per essere il 4 Luglio la sala del cinema era strapiena, non parlo del 2D, ma del 3D. Un pubblico che variava per età, dal bambino di 4 anni all'italiano medio di 75 anni (: D). Giocavo con l'occhiale 3D, datomi in dotazione, da restituire alla fine della proiezione, lo mettevo e lo toglievo per vedere la differenza; francamente, tutta la pellicola era in 3D, quindi già quella fregatura riscontrata in diversi 3D precedenti, non era presente. Questo Spider-man non è toto fumettistico come quello di Raimi, sarà forse che Marc Webb viene dalla commedia? Perché la prima ora e mezza, Spider-man non c'è! C'è, invece, Peter Parker e la formazione dell'eroe.
Peter è un piccolo genio, appassionato di scienza, nella sua stanza ha anche il poster di Einstein che recita: «La fantasia è più importante della conoscenza». Se Stan Lee ha immaginato Spider-man, l'ha fatto prendendo spunto da tanti fattori presenti nella realtà. La fantasia permette di pensare ciò che sarebbe utile creare; mentre la conoscenza permette di conoscerne le leggi della chimica, della fisica o della grammatica. Spider-man diventa tale grazie alla fantasia, all'immaginazione.
Il cattivo di turno, l'antagonista è sempre membro dell'azienda maledetta, la Oscorp. Lizard è uno "scienziato pazzo" che ha studiato le combinazioni genetiche tra uomini ed animali. Sarà egli stesso a sottoporsi come cavia per recuperare il suo arto monco. L'esperimento andrà male ed ovviamente si trasformerà in un abominevole rettile. Prova questa, che premia l'attore Rhys Ifans. 
Questo uomo ragno non è un semplice re-boot che affronta l'eroe con un approccio fanciullesco, ma tratta in maniera biunivoca, prima gli aspetti umani e dopo le responsabilità dell'eroe. Non manca certo l'ironia di Spider-man, la sua ricerca ascetica per il ludico, nello sfruttare i suoi poteri; ma proprio come insegna Nolan, che in Batman ha analizzato la paura, il caos e il potere, quì anche la responsabilità dell'eroe è pari al rispetto del popolo d'appartenenza, all'aiuto dei più deboli, ad una ricerca filantropica del proprio scopo.

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