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I Mercenari 2: la recensione che andava fatta


Avevo detto che "I Mercenari 2" non aveva bisogno di una recensione. Beh, avevo mentito. Anzi, diciamo che ho cambiato idea. «Non cambiare idea è da stupidi», in effetti. Che dire allora, di questo film; Anzitutto, non lo definirei un semplice film, ma il FILM, inteso nella sua accezione fisica: la celluloide. Perché gli eroi in gioco, sono delle statuette di celluloide, che anche chi non le ama, perfino finirà per farlo.
Stallone in splendida forma, anche se la faccia è più liftata di un prosciutto appena affettato. Van Damme è un villain colossale. Nella parte finale c'è la sua promozione ad animale di film action, un papà dell'azione, anche se rimane sempre una categoria sotto Stallone e Willis; quanto a Schwarzy, è davvero invecchiato e pure stanco, obsoleto nei movimenti e con evidenti sgranature durante la fase di recitazione. Chuck Norris guardingo! Sempre pronto ad uscire al momento azzeccato. Si vede la grandezza del grande atleta, c'è poco da dire. Nulla da dire, in quanto è l'icona del generalismo più becero, cioè si è fatto grande nella mediocrità, che non è cosa da tutti. Poi c'è tutto il resto. "Ti spiezzo in due" Lundgren, ironico, solare e massiccio nei giusti momenti, anche piuttosto misogino (credo sia stata una scelta registica). Questo secondo capitolo è la consacrazione di chiusura di un genere scomparso, che non si produce più, se non per un homevideo a basso costo. Comunque ottima la regia di West. Immediata sin dall'inizio catastrofico, che comincia con scontri a fuoco e inseguimenti pirotecnici, degni del miglior film militare. Gli scontri a fuoco mediati dalla CGI, che diventa sempre più realistica e coinvolgente e poi i dialoghi, che a detta di qualcuno sono patetici, invece, meritano, perché sono piccoli omaggi di ogni film che i protagonisti hanno fatto nella loro carriera.

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