Ahahahahahahahah! Perché sto ridendo? Beh, quando sento certa gente dire che tutto è bello e che c'è bisogno della partecipazione politica per partire e cambiare le cose. CAMBIARE LE TUE COSE. CAMBIARE LA TUA VITA. Sì perché se tu credi di farti la tessera di partito e di salvare e convincere la gente che c'è una speranza in quello che fai, ti sei sbagliato. In questi giorni di "feste democratiche", ormai, la parola "democratico/a" è diventata una prostituta del linguaggio comune. Ritorno a dire, in questi giorni di feste democratiche, tutti s'interrogano sulla questione Ilva, sulle famose unioni civili, sugli invisibili della società; spendono parole metaforiche e retoriche. Mettono l'occhialino intellettuale e poi scrivono due cazzate autoreferenziali; intanto, invece, dall'alto, arriva il litigio tipo maritino e mogliettina tra Bersamella e Grillo. A colpi di zombie e fascista, come se quello fosse il viatico verso la salvezza di questo paese. Il punto è che nessuno ti parla del "come". COME? È un avverbio interrogativo! Pone una domanda. Come si fa a dare lavoro? Come si fa a generare ricchezza (non ricchi)? Come dobbiamo tassare? Stavano per tassarci il digestivo del dopo cena. Come possiamo farci sentire? Beh, un mezzo c'è ed è la rete, se usata bene; però anche questa sta assumendo un'accezione politica, perché chi bazzica in rete, oggi, secondo Bersamella è un "fassista". Un messaggio chiaro, un messaggio subliminale, per indicare che tutti coloro che stanno sulla rete, non devono condividere il dibattito politico. Come se il dibattito politico fisico fosse l'unico e il solo modo di farlo (certo per uno come lui che il massimo che sa fare e fumarsi un toscanello). Antitecnologico, il vecchio, l'obsoleto che per paura di perdere consensi se ne esce con la favola del "fassista". Il bimbo impertinente che non ama l'opposizione di pensiero, anzi, il contraddittorio. Ma scusate, quelli che non amavano il contraddittorio non erano i fascisti , insieme, a quelli di sinistra massimalisti? Il pericolo non è solo nelle gravi dichiarazioni di un magnate di partito, ma è anche in quel "populismo" che non trova altro modo che criticare il tutto, senza fare proposte e senza avere programmi. La verità è che gli under 35 in questo paese non lavorano più e, nessuno della politica ti viene a dare la risposta su come si deve fare per trovare una soluzione. C'è qualcuno che anche se aggressivo ha dei programmi, ma è difficile che diventi "democraticamente" collocabile a livello nazionale, forse più attuativo a livello locale (mi riferisco al Movimento 5 Stelle). Non c'è nulla di buono ... Ora, qualche "democranestetizzato" dirà che sono discorsi antipolitici, io gli dico che il primo antipolitico SEI TU, che non hai capito nulla delle dinamiche politiche se li vedrai solo e soltanto da un punto di vista!
Jason Statham ha già collaborato con il regista Guy Ritchie, era nel cast di Lock, Stock and Two Smoking Barrels (1998), film rivelazione per entrambi. Ne La Furia di un Uomo (2021), su Prime Video dal 27 dicembre 2021, Ritchie dirige di nuovo Statham che veste i panni di "H", un ibrido tra un John McClane e un Bryan Mils di Io vi Troverò e che dispensa battute ermetiche e ossa rotte in quantità uguali. Detta così pare si tratti di un b-movie qualsiasi, ma, fortunatamente, non lo è. Guy Ritchie è un regista abile nel ricomporre sceneggiature lineari attraverso il montaggio disorganico e le riprese poliedriche. Alcuni suoi lavori sono azzeccati (gli Sherlock Holmes , The Gentlemen , Snatch ), altri un po' meno ( King Arthur , Aladdin e il remake/floppone Swept-Away ). Con La Furia di un Uomo Guy Ritchie, invece, si è mantenuto in bilico, raggiungendo un equilibrio tra action tradizionale e heist movie . La Furia di un Uomo, da quello che si legge in giro, è un remake...
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