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Allora, per prima cosa togliamoci un sassolino dalla scarpa. Un giudizio a pelle, ovviamente dopo averlo visto; Le Belve di Stone, di Oliver Stone, è un brutto film. Ci manca tantissimo quel genio di "Nato il 4 Luglio", "JFK" e pure "Alexander" perché no. Sappiamo che Stone dirige in maniera testosteronica, ma il problema è che non ha capito che il pulp non gli riesce proprio. Cioè è un suo limite. Sembra ieri quando mise in piedi quel capolavoro di "Wall Street" uno dei pochi cult riusciti nella storia, che parlano male della crudeltà e dell'avidità del ricco. Che c'è che non va in questo film? Che non c'è una storia. Due amici Chon e Ben, uno exmilitare in Afghanistan e l'altro laureato in botanica e pure in marketing, che non c'ha nemmeno trentatre anni, cazzo Stone certo che è proprio un genio questo personaggio, negli U.S.A? dove le rette dell'università ti spogliano nudo? Poi, Travolta che mangia sempre; può un federale mangiare sempre? Che combini a quel personaggio? Lo sminuisci del suo stile. Tutto ruota intorno al traffico di marjuana, non della coca, parliamo della cosidetta droga della pace; chi c'è dietro? il "cartello" messicano, ma questi due amici fanno un'impresa in California dove coltivano "erba" senza controlli del fisco, gli va tutto liscio, un po' criminali, ma anche un po' intellettuali. E si mettono contro il "cartello" e c'hanno pure l'esercito mercenario; gli amici con i fucili, le granate e le pistole. Chi gli paga le armi? Se le armi sono di stato? e lui, Chon, si è congedato? E se non bastasse, la triplice scopata boccacesca tra i due amici del cuore e la donna tutta pepe. Bella è dir poco, a Blake Lively, la gossip woman che blocca il fiato, facendoti stendere la lingua; un caso sexy la Lively, che parlerà per una decina d'anni. Benicio Del Toro un grande. Unico, sporco, cattivo, brutto, ma sprecato in un filmetto, che l'unica cosa che ti rimane è Blake Lively. Non basta il montaggio frenetico, se poi la storia, la traccia, prima di girarla non te la leggi. È il caso di dire che Stone fa film per noia, spero tanto torni al documentario perché "Comandante" è la sua più bella creatura!
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