Ted è una carrellata di schetch comici e mai demenziali che ci spiegano come crescere e diventare grandi. Sì perché Ted rappresenta l'infanzia, l'approccio con la nostra parte più infantile, il bambino che c'è in noi, insomma, l'orsacchiotto di peluche che tiene compagnia al pargolo paffutello per capirci. Solo che quel geniaccio di Seth McFarlane (doppiatore di Peter Griffin) creatore dell'oramai serie nota in tutto il mondo, I Griffin, ha pensato bene di trasformarti questo orsacchiottone in un Peter Griffin. Tutto comincia nei lontani anni 80 quando un bambino di Boston dalla sua stanza abbracciato al suo tenero orsacchiotto Ted, esprime un desiderio, che è quello che Ted diventasse suo amico, ma che soprattutto parlasse. Et voilà, dalla mattina seguente questo orsacchiotto di peluche comincia a disquisire su tutto. La cosa bella del regista è che riesce a far crescere Ted col personaggio interpretato da Mark Wahlberg, che oltre a saper fare i ruoli d'azione (The Departed, Contraband e Four Brothers) ti sa pure fare le commedie tipo Notte da Leoni. Questa commedia, in effetti, non è che si discosti tanto da quella di Tod Phillips, anzi è forse più scorretta, maleducata, antisemita, sessista e razzista di quanto possano essere le commedie di Phillips. È anche un omaggio al cinema degli anni '80, in particolar modo, al film meno riuscito della storia degli anni '80, Flash Gordon. Infatti, Mcfarlane ha fatto recitare proprio Sam Jones (Flash Gordon), che per Ted e John Bennet è un idolo, in quanto sono cresciuti cazzeggiando sul divano con le battute di quell'orribile pellicola sci-fi trash. Che Ted ne combini di tutti i colori è risaputo. Politicamente scorretto, un lebowskiano che vive la vita alla giornata e che organizza party assurdi. È un film che fa riflettere su una generazione di trentenni che fanno fatica a diventare adulti e non è un film banale, nonostante sia una favola dallo spirito cartoonesco.
Jason Statham ha già collaborato con il regista Guy Ritchie, era nel cast di Lock, Stock and Two Smoking Barrels (1998), film rivelazione per entrambi. Ne La Furia di un Uomo (2021), su Prime Video dal 27 dicembre 2021, Ritchie dirige di nuovo Statham che veste i panni di "H", un ibrido tra un John McClane e un Bryan Mils di Io vi Troverò e che dispensa battute ermetiche e ossa rotte in quantità uguali. Detta così pare si tratti di un b-movie qualsiasi, ma, fortunatamente, non lo è. Guy Ritchie è un regista abile nel ricomporre sceneggiature lineari attraverso il montaggio disorganico e le riprese poliedriche. Alcuni suoi lavori sono azzeccati (gli Sherlock Holmes , The Gentlemen , Snatch ), altri un po' meno ( King Arthur , Aladdin e il remake/floppone Swept-Away ). Con La Furia di un Uomo Guy Ritchie, invece, si è mantenuto in bilico, raggiungendo un equilibrio tra action tradizionale e heist movie . La Furia di un Uomo, da quello che si legge in giro, è un remake...
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