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007.Skyfall: bisogna cadere per risalire


Daniel Craig, Bond... James Bond ha quella faccia tosta che ricorda vagamente Steve McQueen. Troppo inglese da borgata, sembra il fratello di Rooney. Però non è che Bond deve avere per forza l'aplomb di Sean Connery, alle volte si può anche fare un'eccezione alla regola. Craig non sarà certo il miglior Bond della storia, per quello c'è Sean Connery, ma non è da snobbare ed è il caso di dire che fa la sua parte. Skyfall, quest'ultimo Bond, speriamo non sia l'ultimo come canta la colonna sonora del film, interpretata dalla femme singer Adele, che inizia con "This is the end..."; è un film che quanto a fotografia, scenografia e costumi è impeccabile. Sam Mendes già con American Beauty l'aveva dimostrato. C'è tanto del Bond anni '60 e '70. La sede dell'MI6 è tipicamente vintage. Lo è anche Craig che in fondo incarna l'agente obsoleto, quello "impotente" che non può "salvare la regina". In verità, la sceneggiatura gira intorno alla vecchia M (Judi Dench) il capo dei capi dell'agenzia segreta. Lei non sta gestendo bene la situazione all'interno dell'agenzia, pertanto vogliono licenziarla. Ma c'è anche chi la vuole morta, un certo Silva (Javier Bardem), strepitoso in un ruolo che gli si addice dalla testa ai piedi. Capelli biondo ossigenati, faccia da ricco vizioso, dall'atteggiamento vagamente gagà, che vuole risolvere un conto in sopseso con "M". Bond in questo capitolo, come nell'ultimo Batman di Nolan, cade, si umilia, si sporca, perde per un attimo la sua natura cool per uscirne vincente? Per questo, bisogna vederlo.

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