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Tra scontri furibondi e desideri un po' choosy

No, non è il Cile. Le scene delle contestazioni che si vedono in tv e sul web fanno presagire che non tira una bella aria. Non solo per noi italiani, ma per la politica nostrana in genere ed in particolar modo per "l'autoelettosi" governo tecnico. Si dà inizio all'attribuzione delle colpe: è colpa di quelli là e colpa di questi qua. In sintesi è sempre colpa di quelli che stanno sulla strada ad azzuffarsi. Gli immacolati supervisori del tecnicismo politico-economico non hanno colpe. È colpa dei cittadini, dei comitati studenteschi e dei centri sociali (se notate, se siete dei lettori o degli osservatori attenti, i media istituzionalizzati, non dicono mai i nomi dei centri sociali, dicono solo "centri sociali"); c'è chi dice che sia colpa dei poliziotti. La realtà è che se c'è un collasso democratico, che è ancora agli inizi, c'è perché manca la politica. In quasi vent'anni e più di politica fatta d'interessi e leggi ad personam; di fanatici e scandalosi fenomeni di trasformismo, di "evasioni grandiose" alla luce del sole e di appropriazioni indebite di finanziamenti pubblici ... è normale che si deve arrivare a questo punto. E non si esce nemmeno se ci metti il tecnico, il professore, l'intellettuale. Non si esce se ti chiudi nel conservatorismo europeo dove non sei più padrone della tua moneta, della tua fiscalità. Ti espropri di ogni tua autonomia, non ne esci più, perché vivi di un rapporto d'interdipendenza (economica soprattutto) con altre istituzioni.

A giorni ci saranno le primarie per le quali si andrà a votare Bersani o Renzi, ah sì c'è anche Vendola, Tabacci e la Puppato. Ma ci saranno anche non pochi che non andranno a votare, perché quella sarà una forma per esercitare il proprio dissenso democratico e non un fattore antipolitico come chiosa qualche cretino. Chi scende pacificamente in piazza alla fin fine si macchierà di estremismo e non potrà mai essere creduto, ascoltato. Alla fine sembrerà sempre la stessa storia. Ce lo stanno dimostrando che si può governare senza votare, anzi forse questo è proprio il governo che si sta facendo sentire di più sui patrimoni delle famiglie e, che sta criticando e sminuendo il suo potenziale, i giovani. I "choosy", quelli schizzinosi, che sono così schizzinosi per il solo desiderio di voler uscire dalla disoccupazione e dal precariato.

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