Ricevo e pubblico una riflessione, con augurio di buone feste, del Prof. Marcello Ignone.
***
Per antonomasia le feste della cristianità riguardano il periodo natalizio, da Natale
all’Epifania che, non è un caso, “ogni festa si porta via”. Gran parte della nostra
tradizione ha da qualche secolo indicato questo periodo con l’espressione di
“feste natalizie”. La crisi ed il vuoto morale offrono qualche motivo di riflessione
sulla situazione a Mesagne.
È indubbia e palese la crescita della nostra
comunità negli anni passati e risultati apprezzabili sono evidenti a tutti ed
innegabili, ma è altrettanto evidente l’attuale lento e rischioso declinare di
molti di questi interventi, pubblici o privati che siano e che è possibile
definire genericamente politici, culturali
e sociali. Per alcuni versi è una
vera questione morale, un vuoto che esprime una classe politica e dirigenziale
insulsa e un una corte di pennivendoli incapaci di una pur minima e seria
analisi dei problemi, per non parlare delle soluzioni. Questi pennivendoli,
ormai insopportabili, si rifanno spesso alla storia, se ne fanno addirittura cultori
più o meno convinti, ma pochi hanno memoria storica.
Per capire la portata del fenomeno che sta
investendo la nostra città basterebbe che certi politici e i loro pruriginosi
pennivendoli leggessero quanto scritto da mons. Angelo Catarozzolo nello
speciale sulla Madonna del Carmine pubblicato su “Mesagne oggi” nel luglio 1989
(n. 3 - A. I). Ma forse si chiede molto…
La nostra comunità dovrebbe reagire con sdegno alle
vuote promesse del politico di turno, al proliferare di pennivendoli, mossi
unicamente da un consumismo culturale senza spina dorsale, carenti di competenze
culturali, che richiederebbero ben altra esperienza professionale ed umana, privi
di umiltà, incapaci di porsi almeno dubbi di memoria tassiana e che, invece,
preferiscono, per restare nella citazione letteraria, l’ignavia petrarchesca al
forte senso civico e politico di Dante…
Mesagne non merita tutto questo. Non merita politici
accattoni e pennivendoli di par grado, iene pronte a sbranare giovani e meno
giovani perché non appartengono al loro stesso branco.
Qualche decennio fa (basterebbe leggere gli
editoriali di Mesagne oggi) speravamo in una diversa classe politica e in una
diversa classe intellettuale… ma così non è stato. Mesagne ha mancato, per
quanto abbia fatto registrare cambiamenti positivi sotto certi aspetti, il vero
rinnovamento, confuso con il semplice cambio di persona che, pur giovane, non è
stato quasi mai sinonimo di garanzia per la nostra comunità se, oltre all’età,
non ha mai fatto seguito un vero cambio di mentalità, una ritrovata, ricca e
fresca genuinità di sentimenti frutto della parte sana del nostro collettivo
umano.
Resta nella nostra comunità un forte bisogno di partecipazione
attiva, di umanità, di verità che superi finalmente il vuoto delle promesse
politiche e l’onnipresenza dei pennivendoli cicisbei, attivi sui network, sulla
stampa e nei dibattiti, ma sempre e comunque cortigiani.
Prof. Marcello Ignone
Commenti
Posta un commento