Star Trek-Into Darkness non è un semplice film di fantascienza, non è uno di quei film malriusciti, al contrario è il film di fantascienza con la "F" maiuscola. Per chi come J. J. Abrams ha lo sci-fi nella testa, è difficile pensare che sbagli proprio su Star Trek. Già non l'aveva fatto nel precedente film, il quale non avendo certo gli stessi picchi d'azione di questo, Abrams dimostrò ugualmente di saperci fare con un genere complesso, in cui la storia e l'estetica sono due regole da non trascurare. Questo secondo film il senso di futuro te lo trasmette proprio fino in fondo. Qui cerca un approccio più impegnativo con lo spettatore; arriva addirittura a filosofeggiare. Usa Spok (Zachary Quinto), l'ibrido mezzo umano e mezzo vulcaniano, per dire al pubblico come faccia a vivere uno che non prova sentimenti. Poi, proprio Spok alla fin fine si rivelerà il più umano di tutto l'equipaggio. Il capitano Kirk (Chris Pine) invece è tutto istinto e forza di volontà. Non c'è in questo secondo Star Trek la paura di fuoriuscire dai canoni imposti dai nerd trekkiani, anzi Abrams dà modo di spaziare: un po' con i suoi meccanici dolly inclinati, già visti nella serie tv Lost, un po' con i primi piani scanditi dal sottofondo dalle bellissime musiche di Michael Giacchino. Bravo Benedict Cumberbatch nel ruolo del cattivo Khan, che tra un sorriso sprezzante ed un pianto di odio ostacola le gesta dell'equipaggio dell'Enterprise.
Jason Statham ha già collaborato con il regista Guy Ritchie, era nel cast di Lock, Stock and Two Smoking Barrels (1998), film rivelazione per entrambi. Ne La Furia di un Uomo (2021), su Prime Video dal 27 dicembre 2021, Ritchie dirige di nuovo Statham che veste i panni di "H", un ibrido tra un John McClane e un Bryan Mils di Io vi Troverò e che dispensa battute ermetiche e ossa rotte in quantità uguali. Detta così pare si tratti di un b-movie qualsiasi, ma, fortunatamente, non lo è. Guy Ritchie è un regista abile nel ricomporre sceneggiature lineari attraverso il montaggio disorganico e le riprese poliedriche. Alcuni suoi lavori sono azzeccati (gli Sherlock Holmes , The Gentlemen , Snatch ), altri un po' meno ( King Arthur , Aladdin e il remake/floppone Swept-Away ). Con La Furia di un Uomo Guy Ritchie, invece, si è mantenuto in bilico, raggiungendo un equilibrio tra action tradizionale e heist movie . La Furia di un Uomo, da quello che si legge in giro, è un remake...
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