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Sole a catinelle ignorato ai David

Forse il cattivo gusto non sarà elegante ma è pur sempre efficace per arrivare con più immediatezza alla gente. Di cosa parlo? Parlo del film Sole a catinelle, diretto da Gennaro Nunziante e interpretato dal comico Checco Zalone. Il film, da ciò che si legge sul web e sui giornali, non ha ricevuto nessuna nomination alla prossima edizione dei David di Donatello. La scelta, a mio avviso, per quanto possa valere il giudizio personale di un blogger qualsiasi, è sbagliata. Perché Sole a catinelle, nella scorsa stagione, ha fatto respirare le sale del cinema italiano; un film che sarà costato non più di 8 milioni di euro e che è stato visto da otto milioni d’italiani, incassando cinquanta milioni di euro, secondo film più visto in Europa, non può certo ricevere un trattamento simile. Va bene che di un film si deve valutare la sceneggiatura, la fotografia, la scenografia e tutta l’impalcatura del retroscena, ma bisogna capire che un film deve arrivare a tutti, a volte necessita di un linguaggio semplice che possa essere assorbito da tutti, senza stancare. Ritengo che questo codazzo d’intellettuali, giudici “di ciò che è bello e di ciò che è brutto”, sbagli nel ritenere un certo tipo di comicità, inutile. A chi non piacque Sole a catinelle? Sicuramente ai radical chic, sempre pronti a snobbare a fronte di un cinema “impegnato”, che diventa, parafrasando Camilleri, un rompimento di cabasisi

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