Ci sono
tutte le grandi stars del cinema
action 80/90. Sylvester Stallone in questo terzo capitolo riunisce vecchio e
nuovo, per comunicare alla platea che il cambio generazionale deve avvenire
anche per l'emisfero del cinema d’azione.
Jason
Statham, Jet Li, A. Schwarzenegger, Mel Gibson, Dolph “ti spiezzo in due”
Lundgren, Harrison Ford: i vecchi. Kellan Lutz, Terry Crews, Rendy Couture e
altri: i nuovi. A parte le miriadi di comparse trivellate da infinitesimali
colpi di mitraglia, non stupisce per niente come un prodotto con tanti volti
del cinema hollywoodiano, punti a essere solo d’intrattenimento. Il precedente
di Simon West vedeva Van Damme, Norris, Adkins; ed era certamente il doppio più
esplosivo del successivo di Patrick Hughes. Alla fin fine lo scopo è raggiunto,
dare un’anima alle action figures,
rappresentarle sia come macchiette sia come miti, legandole alla vita vera dei
suoi interpreti, che difficilmente distinguono il reale dalla finzione.
Sembra
che in questo terzo capitolo ci sia un’ammissione di consapevolezza, forse
dovuta all’età, la quale non permette di fare certe scene d’azione e che ormai
costringe gli interpreti a primi piani statici e a qualche mitragliata di massa
aiutata dalla CG.
I Mercenari III è una
spanna sotto i precedenti; la gerontocrazia di Sly si perde nel cercare nuove
facce, le quali non potranno mai sostituire la magnitudine eroica di un Rambo o di un Die Hard.
P.s. Tra i vecchi va ricordato anche Wesley Snipes (Blade), fuori dalle scene in questi ultimi anni, a causa di uno sconto di pena per evasione fiscale
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