Alan
Turing, l’antesignano dell’informatica e della cibernetica. Egli fu anche matematico
- crittografo che inventò, nel corso del secondo conflitto mondiale,
una macchina di decrittazione con la quale anticipò le mosse dei nazisti, decifrando
il dispositivo Enigma.
Il
regista Morten Tyldum dirige un film appassionante che s’interroga sulla
solitudine del genio. Benedict Cumberbatch invece interpreta Alan Turing e lo
fa con sguardo freddo e postura perfetta, incarnandone tutte le sfumature
tormentose del matematico. Tuttavia The
Imitation Game cerca di percorrere due strade, quella della risoluzione
storica attraverso la decifrazione di Enigma e quindi il contributo all’opposizione
del regime nazista; e l’altra quella della vita privata di Turing: dichiaratosi
omosessuale nel 1954 in Inghilterra, dove all’epoca non era contemplata l’omosessualità,
e costretto a scegliere tra l’ergastolo o la castrazione chimica.
Un
film piacevolissimo che è a tratti didascalico, aiutato però dall’audace colonna
sonora di Alexandre Desplat. Un biopic che vuole raccontare la vita di un genio
e spiegarci che in fondo genialità e restrizioni morali viaggiano su due binari
differenti.
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