Tre
fiabe, tre storie tratte dall’opera in napoletano arcaico Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille di
Giambattista Basile scrittore partenopeo del ‘600.
Matteo
Garrone (L’Imbalsamatore, Gomorra,
Reality) si confronta con un genere che negli ultimi anni è stato di
dominio hollywoodiano: il fantasy. Genere fin troppo saturato anche da note
serie tv come Game of Thrones. Peraltro
se ricordiamo bene, nel cinema italiano ci sono stati registi che hanno adottato
il fantasy come linguaggio, ad esempio: Mario Bava, Antonio Margheriti,
Lamberto Bava, Lucio Fulci ecc. I quali sono stati anche precursori del fantasy
dark e dell’horror.
Nelle
scene del film Il Racconto dei Racconti
c’è un’atmosfera mistica che trasmette sensazioni chimeriche. Tre storie: una Regina
(Salma Hayek) che non riesce ad avere un figlio. Due sorelle anziane, di cui
una di queste vittima delle attenzioni ossessive di un Re (Vincent Cassel)
tormentato dal sesso. La principessa Viola (Bebe Cave) che è data in sposa a un
orco per una stupida scommessa del padre Re (Toby Jones).
Il
tema cardine del film è l’equilibrio, simboleggiato dalla figura del funambolo.
L’essere umano, che per ottenere ciò che vuole, deve assolutamente mantenere
l’equilibrio della specie, concetto che si sposa con l’armonia della natura: a
un fine-vita corrisponde in maniera proporzionale l’inizio di una vita. La
colonna sonora di Alexandre Desplat scandisce le assenze di dialogo,
arricchendo di pathos le immagini.
Un film sincero e
artigianale (effetti speciali rudimentali e CG quanto basta) in cui Garrone usa
l’immaginario barocco, mettendolo a confronto con la nostra epoca.
Commenti
Posta un commento