A
Very Murray Christmas, “Un Natale Molto Murray” è questo
il nuovo sceneggiato/musical finanziato da Netflix della figlia prodigio di
Francis Ford Coppola, Sofia Carmina.
Sofia
Coppola ci ha regalato film come Lost in
Translation (2003), Marie Antoinette
(2006) e Somewhere (2010).
La
novità di questo show-movie è rappresentata dalla musica cantata e interpretata
dall’istrione indolente Bill Murray (nel ruolo di se stesso) accompagnato dal
maestro Paul Shaffer (il piano-man del David
Letterman Show). Sofia Coppola continua Lost
in Translation: Murray, di nuovo in un Hotel di lusso, che indossa uno
smoking ed è sempre con quell’aria disorientata. L’aspetto stralunato del film,
nonostante la durata sia pari alla puntata di una serie tv, è subito visibile
dal fatto che non c’è trama.
«Una
bufera di neve si abbatte su New York proprio il giorno della vigilia di Natale,
compromettendo la diretta del programma di Murray. Siamo nel lussuoso Carlyle
Hotel. La diretta va a farsi benedire quando arriva il blackout. Gli ospiti non
verranno, ma lo show in un modo o nell’altro deve cominciare. Intanto Bill Murray,
dopo le pressioni dei direttori e dei produttori, pensa bene di darsela a bere.
Qui nella sala d’attesa del bar dell’Hotel continua il resto dello show… senza
diretta.»
Il tutto è condito da un’aurea
di malinconia che parafrasa il cinema di Wes Anderson. Ci sono personaggi
inaspettati perlopiù membri del personale dell’albergo. “The show must go on”
anche nella totale improvvisazione. Il comico Bill Murray − l’icona più amata
dagli americani dopo John Belushi − fa l’istrione, canta e gigioneggia,
scimmiottando aneddoti e talvolta perle di saggezza sotto le note battute da
Paul Shaffer. Murray duetta con Jenny Lewis, con Jason Schwartzman, con Rashida
Jones. Pezzi natalizi come Baby please come
home di Darlene Love. Tanto glamour anni ’50, ‘60 e portamento cool per
questo esperimento di Sofia Coppola, visibili nello “show sognato” da Murray in
cui egli stesso immagina di cantare con Miley Cyrus e George Clooney. Aspetti
che lo rendono un musical piacevole per gli occhi e le orecchie; in cui la
faccia natalizia di Bill Murray (Le
avventure acquatiche di Steve Zissou, Ghostbusters,
St. Vincent e Lost in Translation) conferisce una serenità frastornata da strascichi etilici di ricchi annoiati, di
canzoni stonate e di ubriachi non molesti.
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