Oggi
le nostre vite sono dominate da una dilagante ondata di comunicazione digitale.
Le interazioni social stanno
prendendo il sopravvento su quelle reali.
Una
rivoluzione che sta producendo effetti positivi ma anche negativi. Il regista
Paolo Genovese con il film Perfetti
Sconosciuti ci ha dimostrato come una semplice cena tra amici possa diventare
un massacro, se ognuno dei commensali rivelasse i propri segreti riposti nel
cellulare.
Edoardo Leo sembra essere partito proprio da quest’assunto; prima interprete nel film di Genovese e ora invece in veste di regista/attore nella commedia Che vuoi che sia.
Edoardo Leo sembra essere partito proprio da quest’assunto; prima interprete nel film di Genovese e ora invece in veste di regista/attore nella commedia Che vuoi che sia.
Claudio
(Edoardo Leo) ha creato una piattaforma web per sostenere le aziende ad assumere
personale. Trova quindi dei finanziatori smanettoni, i quali gli suggeriscono d’affiliarsi
al crowfunding, la raccolta fondi tramite Internet. Claudio però si accorge presto che le donazioni per la sua idea sono
esigue e capisce che la gente non è interessata. Così una sera, mentre
passeggia con la compagna per i navigli milanesi, in evidente stato d’ebbrezza
e demoralizzato, pubblica inconsapevolmente un video-seflie sulla piattaforma
crowfunding, in cui annuncia che è disposto a fare un porno con la compagna.
Ecco da una semplice stupidaggine, la cosa inizia a farsi virale: la gente versa di
continuo donazioni e Claudio incredulo si troverà con 200,00 mila euro di monte
donazioni.
Le
loro vite cambiano repentinamente; Claudio è invitato nelle discoteche neanche
fosse un tronista, la compagna (Anna Foglietta) invece
inizia ad avere difficoltà nell’insegnamento ed è derisa per strada.
Il
film prende via via toni surreali, mettendo le loro vite dinanzi a un dilemma:
girare sì o no quel sex tape?
Che vuoi che sia si sposa con il sempre
invadente tema dell’uso delle nuove tecnologie, della violazione della privacy,
del voyeurismo e della porno-dipendenza. È un’analisi “decente”(un po’ come
fece Virzì in Tutta la vita davanti) del
precariato attuale, che vede nel web una fonte di speranza. Una commedia senza
pretese e con sfumature antropologiche.
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