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12 Soldiers e l'azione patriottica

Alcune pellicole di guerra degli anni cinquanta e sessanta non affrontavano quasi mai gli aspetti psicologici degli uomini-soldato. Tutto si risolveva in uno scontro unidirezionale: buoni contro cattivi, vincitori e vinti. Sembrava quasi un modello prestabilito nel quale lo spettatore, appena si accomodava in sala, sapeva già da che parte stare; in genere parteggiava per i cowboy americani. Poi però è arrivato il Vietnam, da cui è partito un filone cinematografico incentrato su fattori meno eroici e più umani: qui l'antitetico della guerra diventava la pace.
Interrogarsi sulla vita del soldato e su come lui si riadattasse al ritorno dalla guerra, ha poi sviluppato altri filoni cinematografici. 12 Soldiers non rientra in questi ultimi due filoni, ma sposa un approccio patriottico, come nei film di John Wayne, quindi un war movie vecchio stile. Pare che in 12 Soldiers il superomismo sia sempre in agguato. Il combattente interviene in maniera del tutto individuale convinto di poter determinare l'azione. Si legge una glorificazione del combattimento e dell'istinto per la guerra, dimenticando i fattori disumanizzanti che questa perpetra nelle persone che vi prendono parte. Il regista Nicolai Fuglsig (al suo primo lungometraggio) ha costruito un prodotto d'intrattenimento. Che pur, fine a se stesso, rimane di qualità. È girato in maniera viscerale. Non si risparmiano mitragliate e scontri, in cui gli effetti sonori e visivi sono simmetrici. Il contesto narrativo, va detto, è fragile. Racconta didascalicamente l'invio delle prime Forze Speciali in Afghanistan dopo l'attentato alle Torri Gemelle nel 2001. Alla guida della squadra c'è il capitano Nelson (Chris Hemsworth), il quale ha il difficile compito di collaborare con un signore della guerra afgano per annientare e annichilire sanguinosi talebani. Il film rende bene l'idea di come oggi le battaglie si combattano con armi pesanti e con i compartimenti logistici; ma anche con metodi d'antan come la cavalleria. La scena della battaglia di Mazar-i-Sharif è originale proprio perché combina l'utilizzo di armi all'avanguardia con armi desuete (ancora efficaci). 12 Soldiers rimane dunque un discreto film di guerra che non va ad approfondire la geopolitica del conflitto, ma si focalizza più sullo scontro e sull'azione pirotecnica.



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