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Tom Clancy's Jack Ryan, la recensione

L'eroe creato dalla penna dello scrittore Tom Clancy è un personaggio multiforme: Jack Ryan.
Al cinema è stato interpretato in anni passati da Alec Baldwin in Caccia a Ottobre Rosso e da Harrison Ford in Sotto il segno del pericolo. Ora, da pochi giorni, ha trovato posto nella serie tv "amazzonica" Tom Clancy's Jack Ryan. La serie è prodotta da Amazon Video e Paramount, ideata da Graham Roland e Carlton Cuse. Il paladino della C.I.A. è l'attore John Krasinski, che ha una faccia che più "americana" di così non si può. C'è però qualcosa di rilevante nell'eroe di Clancy, che lo allontana dal classico stilema dell'agente segreto (perfezionista e senza difetti). Il Ryan di questa serie tv si mostra come un professionista altamente qualificato, che si serve delle proprie conoscenze tecniche e specialistiche per provare a risolvere quelle dinamiche geopolitiche che minano la salvaguardia della nazione. Ryan/Krasinski è quasi un nerd (nel senso che ha un quoziente intellettivo superiore alla media dei suoi collaboratori) che pian piano fa uscire anche il suo potenziale fisico. Se gli sceneggiatori avessero favorito l'aspetto muscolare a quello concettuale, avrebbero prodotto un clone di Ethan Hunt o James Bond. Tom Clancy's Jack Ryan è composto da otto episodi dal taglio spionistico. La forza di questa serie tv è nella forma più che nella narrazione. I personaggi che gravitano attorno al pianeta Ryan purtroppo non sono approfonditi e il tutto è trattato con immediatezza. Perfino le questioni geopolitiche sono segmentate con una certa superficialità. Si sa che nelle serie televisive viene prima d'ogni cosa l'intrattenimento. Come Homeland-Caccia alla spia insegna: nello spionaggio, la politica è il rimorchiatore narrativo e gli uomini rappresentano la «variabile di aggiustamento». Ridurre, quindi, la questione mediorientale a un semplicistico fatto di rancore personale (il riferimento è al Mousa Bin Suleiman), allontana questa serie dalla realtà attuale; perché non fa altro che contrapporre all'americano (buono) il mediorientale (cattivo).

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