Politico e burocrate statunitense, Dick Cheney ha ricoperto la carica di Vice presidente durante l’amministrazione G. W. Bush (dal 2001 al 2009) e ha presenziato nei precedenti governi repubblicani.
Ai pochi è noto per il suo decisionismo silente, di pancia, che ha caratterizzato la politica guerrafondaia dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Vice ─ L’uomo nell’ombra è un film ibrido: mezzo biopic, mezzo documentario. Il regista Adam McKay (premio Oscar per La Grande Scommessa) ha raffazzonato informazioni ed eventi, ma nel complesso non ha convinto, nonostante l’abbondanza di talentuosi attori come Christian Bale, Amy Adams, Steve Carell e Sam Rockwell.
Vice è piuttosto un coagulo di satira, materia cara al regista formatosi nel retroscena del Saturday Night Live.
Cosa si vede in questo film che non si è visto in altre pellicole? Nulla di nuovo.
Il genere politico riesce a pochi registi (Oliver Stone, George Clooney, Steven Spielberg). In Vice ci si limita a raccontare un trentennio repubblicano, evidenziando il traviamento dell’entourage conservatore, attraverso “le gesta” (poco ortodosse) di Cheney, ma poi si trascurano i fattori politico-economici di un segmento storico importante.
Si salva, per certo, l’interpretazione (già premiata col Golden Globe 2019) di Christian Bale/Cheney, che fa un lavoro su se stesso magistrale, come fu per Gary Oldman in L’ora più buia.
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