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On the rocks – la recensione

Trovare il contrasto tra stile e contenuto narrativo è stato, da sempre, il diletto dei migliori cineasti; e una cineasta originale, figlia d’arte e per nulla retorica, è sicuramente Sofia Coppola, alla quale non sfuggono i contrasti che la vita ci riserva.

On the rocks (fruibile su AppleTV+) è una commedia “scanzonata” che un po’ affascina, un po’ commuove, un po’ fa riflettere sulle cose della vita. E per fare tutto questo, Sofia Coppola scrive e dirige la sua commedia, cucendola su Bill Murray; il quale, grazie al portamento afasico, riesce a comunicare con smorfie e ammiccamenti senza l’utilizzo di troppe parole. Attore che la regista conosce bene e che ha già diretto in Lost in Translation (2003). 

On the rocks è un film ambientato a New York, con molte inquadrature metropolitane. Sofia Coppola è ossessionata dalle quattro dimensioni: denaro, rapporti generazionali, sentimenti collimanti e potere.

Laura, la protagonista (Rashida Jones), è una scrittrice relativamente nota, che vive in un loft restaurato di SoHo (Manhattan); il suo editore le ha dato un anticipo per terminare in tempo il romanzo, ma lei è in un blocco creativo. Il marito Dean (Marlon Wayans) lavora in una start up digitale ed è sempre fuori di casa. E lei è costretta a districarsi tra lavoro e figli e, in più, comincia a sospettare che il marito la tradisca. Ad avallare il suo dubbio è l’entrata in scena di Felix (Bill Murray), il padre old dandy che le farà da “spione” per pedinare il marito (fedifrago?).

Proprio come in un grande equivoco in cui s’innescano sospetti e paradossi, c’è chi funge da solutore (Felix) per recuperare un rapporto padre-figlia.

Felix è una sorta di saltimbanco a cui piace bighellonare con gli eventi, fungendo così d’antidoto contro la tristezza. I dialoghi tra Felix e la figlia Laura “vertono a sovvertire” le regole della pedagogia, ma sono ricchi anche di spunti antropologici, degni del miglior documentarista di National Geographic.

Dunque, se cercate un po’ di leggerezza e ironia, questo filmetto (non in senso dispregiativo) può, di questi tempi grami, risollevarci l’umore.

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