Dura più o meno due ore e mezza Crisis in Six Scenes (2016) ed è divisa in sei atti, da venticinque minuti ciascuno.
Woody Allen è abile, come sempre, nel destrutturare gli aspetti drammatici della storia del '900, raccontandoli in chiave comica.
Una famiglia liberal-borghese, I Munsinger, alla fine degli anni sessanta, è scombussolata dall'arrivo di una giovane donna, Lennie (Miley Cyrus), che irrompe in casa, minando, soprattutto, la tranquillità del "padrone di casa" Sidney Munsinger (Woody Allen). La ragazza vuole protezione perché è una ricercata politica: una rivoluzionaria.
Siamo nel periodo dei moti pacifisti contro la guerra in Vietnam e delle simpatie comuniste: da notare, negli strabordanti dialoghi alleniani, le citazioni di Mao Zedong e le idee massimaliste che si consolidarono negli anni della contestazione. Allen ci vuole portare a pensare all'anacronismo di quelle idee, oggi; a quanto siano astruse, forse giustificabili da un punto di vista dialettico ma inapplicabili da un punto di vista pratico. La biondina Lennie Dale, il caso vuole (e l'imprevisto nei film di Allen è l'attore protagonista!) sia anche un'amica di famiglia; i genitori della riottosa avevano cresciuto Kay (Elaine May), la moglie di Sidney. Dunque, la signora Munsinger s'intenerisce e insiste nel tenerla nascosta in casa.
È una commedia degli eventi, che prende di mira il potere, ma soprattutto spiega quanto le idee politiche rivoluzionarie possano essere seducenti, ma allo stesso tempo inattuabili nella realtà.
Woody Allen distrugge la retorica virtuosa e nichilista dei rivoluzionari. La ragazza, peraltro, ama fare discorsi sovversivi contro la classe media accecata dal consumismo e poi è la prima che razzia tutto quello che trova nel frigorifero del povero Sidney. Insomma tra il dire e il fare c'è di mezzo la commedia: grande cardine narrativo, che svela e scoperchia tutte le ipocrisie.
In conclusione, Crisis in Six Scenes, proposto in sei atti per Amazon Prime a mo' di sit-com, è una sorta di Casa Vianello ambientata in un quartiere benestante di New York, in cui si disquisisce di politica, società, economia e costumi. Le abilità narrative di Woody sono indiscutibili e dimostrano quanto un regista classe 1935 scriva e crei con l'energia di un ventenne. Spassoso per chi ama lo stile di Woody Allen, altrimenti cambi opzione.
Woody Allen è abile, come sempre, nel destrutturare gli aspetti drammatici della storia del '900, raccontandoli in chiave comica.
Una famiglia liberal-borghese, I Munsinger, alla fine degli anni sessanta, è scombussolata dall'arrivo di una giovane donna, Lennie (Miley Cyrus), che irrompe in casa, minando, soprattutto, la tranquillità del "padrone di casa" Sidney Munsinger (Woody Allen). La ragazza vuole protezione perché è una ricercata politica: una rivoluzionaria.
Siamo nel periodo dei moti pacifisti contro la guerra in Vietnam e delle simpatie comuniste: da notare, negli strabordanti dialoghi alleniani, le citazioni di Mao Zedong e le idee massimaliste che si consolidarono negli anni della contestazione. Allen ci vuole portare a pensare all'anacronismo di quelle idee, oggi; a quanto siano astruse, forse giustificabili da un punto di vista dialettico ma inapplicabili da un punto di vista pratico. La biondina Lennie Dale, il caso vuole (e l'imprevisto nei film di Allen è l'attore protagonista!) sia anche un'amica di famiglia; i genitori della riottosa avevano cresciuto Kay (Elaine May), la moglie di Sidney. Dunque, la signora Munsinger s'intenerisce e insiste nel tenerla nascosta in casa.
È una commedia degli eventi, che prende di mira il potere, ma soprattutto spiega quanto le idee politiche rivoluzionarie possano essere seducenti, ma allo stesso tempo inattuabili nella realtà.
Woody Allen distrugge la retorica virtuosa e nichilista dei rivoluzionari. La ragazza, peraltro, ama fare discorsi sovversivi contro la classe media accecata dal consumismo e poi è la prima che razzia tutto quello che trova nel frigorifero del povero Sidney. Insomma tra il dire e il fare c'è di mezzo la commedia: grande cardine narrativo, che svela e scoperchia tutte le ipocrisie.
In conclusione, Crisis in Six Scenes, proposto in sei atti per Amazon Prime a mo' di sit-com, è una sorta di Casa Vianello ambientata in un quartiere benestante di New York, in cui si disquisisce di politica, società, economia e costumi. Le abilità narrative di Woody sono indiscutibili e dimostrano quanto un regista classe 1935 scriva e crei con l'energia di un ventenne. Spassoso per chi ama lo stile di Woody Allen, altrimenti cambi opzione.
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